Ndrangheta mafia confische oggi per circa 13 milioni di euro. La DIA ha emesso la confisca di conti correnti bancari in Lituania e Romania per la cifra record a 10 persone tra Reggio Emilia, Modena, Parma, Perugia, Crotone, quattro dei quali in carcere, perché ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta, in particolare al clan di Nicolino Grande Aracri. Si tratta del secondo colpo ravvicinato dopo gli arresti dello scorso 10 gennaio.

Ndrangheta mafia confische oggi, i beni del clan di Nicolino Grande Aracri

Il provvedimento nei confronti di una famiglia di Cutro, paese in provincia di Crotone, radicata a Reggio Emilia era stato chiesto dal direttore della Dia-Direzione investigativa antimafia, dopo le indagini su infiltrazioni della criminalità organizzata di origine calabrese nei settori imprenditoriali dell’Emilia Romagna. Passano così all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbcs) 23 immobili, di cui quattro a Reggio Emilia, sei a Bibbiano (Reggio Emilia), tre a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia), nove a Montecchio Emilia (Reggio Emilio) e uno a Cutro (Crotone), quattro terreni per un totale di quasi cinque ettari, dei quali uno a Perugia, uno a Reggio Emilia e due a Crotone, oltre a tredici mezzi tra auto, scooter e autocarri.

Sequestrate anche società in Italia e all’estero


Nell’ambito dei provvedimenti con le confische emesse oggi dalla Dia per Ndrangheta mafia figurano anche otto società con sedi in Italia e all’estero, in particolare tre a Parma, una a Reggio Emilia, una a Modena e tre in Romania, attive nel settore delle costruzioni, una ditta individuale con sede a Montecchio Emilia, oltre a 45 tra conti correnti, libretti, polizze, cassette di sicurezza, carte di debito/credito tra Italia, Lituania e Romania, dei quali dieci intestati a società e 39 conti intestati a persone fisiche riconducibili, per la maggior parte, ai dieci destinatari della misura. Gli altri beni già sequestrati sono stati venduti e il ricavato è andato a favore dello Stato.

I precedenti colpu della DIA contro l’ndrangheta

Negli ultimi anni sono stati diversi i colpi messi a segno contro l’ndrangheta: nel 2014 il tribunale di Reggio Emilia aveva disposto d’urgenza un sequestro patrimoniale e affidato i beni a un amministratore giudiziario, su richiesta degli investigatori  del centro operativo della Dia di Firenze che avevano rilevato tentativo di un familiare degli indagati di distrarre ingenti somme di denaro convertendo migliaia di euro in titoli azionari; nel 2018 l’operazione ‘Æmilia’ portata avanti dai carabinieri di Modena ha consentito alla Dda di Bologna l’estensione dell’ingente sequestro diventato definitivo nel 2020 con la sentenza della Corte di Cassazione. Oggi un altro colpo inferto alla criminalità organizzata da parte dello stato.