Pagamento pensioni cedolino febbraio 2023: slittano ancora aumenti e rivalutazioni. L’Inps è intervenuta con una nota a spiegare che i nuovi importi dei mensili previdenziali di chi non aveva ricevuto gli aumenti già con il cedolino di gennaio, non saranno disponibili nemmeno con il pagamento delle pensioni a febbraio, ma slitteranno nuovamente al mese successivo. Le ragioni del ritardo sono spiegate dallo stesso Istituto previdenziale nella comunicazione emanata. Sta di fatto che, nel prossimo pagamento delle pensioni, gli importi fino a quattro volte il trattamento minimo, ovvero 2.101,52 euro, riceveranno la rivalutazione all’inflazione per il 100% di quella registrata nel 2022 pari al 7,3%; le pensioni di importo superiore, non avranno ancora l’aggiornamento dell’importo alla rivalutazione spettante e, di conseguenza, dovranno attendere ancora per gli aumenti.

Pagamento pensioni cedolino Inps febbraio 2023: aumenti solo fino a 2.101,52 euro

Le pensioni in pagamento il mese di febbraio avranno gli aumenti all’inflazione del 7,3% solo per gli importi fino a quattro volte il trattamento minimo, ovvero fino a 2.101,52 euro. Per tutte le pensioni di importo più alto, l’Inps ha confermato che non ci saranno variazioni rispetto al mese di gennaio. Dunque, non ci sarà ancora la rivalutazione degli assegni e i conseguenti aumenti come stabilito dalla legge di Bilancio 2023. Le ragioni di questo ritardo sono state spiegate dall’Istituto previdenziale nella nota. “Dal 10 gennaio l’Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a 2.101,52 euro (quattro volte il trattamento minimo)”. Gli aumenti delle pensioni di importo più alto sono previsti per il mese di marzo. “Per tutti gli altri pensionati, nel mese di marzo 2023, l’Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall’articolo 1 comma 309 della legge di Bilancio. Nel mese di marzo – conclude la nota – saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023″.

Di quanto aumenteranno le pensioni nel 2023?

I tempi tecnici per adeguare gli importi delle pensioni già a febbraio erano troppo ristretti, dunque, secondo le spiegazioni fornite dall’Inps. Per effetto di questo slittamento, le pensioni in pagamento nel mese di marzo comprenderanno anche gli arretrati di gennaio e febbraio 2023. Anche tra i pensionati che attendono gli aumenti, l’anticipo della rivalutazione del 2% è stata già versata nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022. Si tratta degli assegni fino a 2.692 euro lordi, pari a 35.000 euro all’anno, che nei cedolini dell’ultimo trimestre hanno ricevuto l’anticipazione dell’aumento (che quindi adesso dovrà essere detratto) pari al 2%. Si ricorda che gli adeguamenti delle pensioni al tasso di inflazione registrato nel 2022 dall’Istat pari al 7,3% avviene a scaglioni. Al di sopra del primo scaglione degli importi fino a quattro volte il trattamento minimo, l’indicizzazione delle pensioni avviene sulla base del seguente calcolo:

  • fino a cinque volte il trattamento minimo (2.625 euro lordi): 85% del 7,3% (aumento 6,2%);
  • tra cinque e sei volte il minimo (da 2.625 a 3.150 euro lordi): 53% del 7,3% (aumento 3,8%);
  • tra sei e otto volte il minimo (da 3.150 a 4.200 euro lordi): 47% del 7,3% (aumento 3,4%);
  • tra otto e dieci volte il minimo (da 4.200 a 5.250 lordi): 37% del 7,3% (aumento 2,7%);
  • oltre dieci volte il minimo (oltre 5.250 euro lordi): 32% del 7,3% (aumento 2,3%).