Nonostante le apprensioni, si è completato con successo il rientro di Articolo Uno – costola del Pd nata in seguito ad una scissione – con tanto di dichiarazione di Massimo D’Alema a tranquillizzare i timorosi: “Sono in pensione”. Bonaccini intanto saluta, da Bologna, come un fatto positivo “Il rientro dei compagni di Articolo Uno”. Sono parole che placano, in qualche modo, il clima di sospetto che si è creato intorno al rientro della corrente. Addirittura, per via della presenza di personaggi considerati ingombranti – non solo D’Alema, ma anche Bersani tra gli altri – si teme per la tenuta del Pd. E si teme il verificarsi di un paradosso: incappare in una scissione proprio quando, con il percorso costituente in itinere, si sta cercando di riorganizzare ed unire il partito. È ancora Bonaccini a tranquillizzare i suoi: “Non c’è nessun rischio di scissione. Anzi…”.

Bonaccini accoglie Articolo Uno, ma in aula…

Mentre Bonaccini plaude al ritorno di Articolo Uno, la realtà evidenzia già linee di frattura. Arturo Scotto e Nico Stumpo, esponenti di Articolo Uno in aula, non votano il Dl Ucraina relativo all’invio di armi. Si tratta della prima grana che si trova a gestire il Partito Democratico da quando è ripreso il precorso comune assieme agli ex compagni di strada. Al momento si tratterebbe di scelte personali a cui fa da contraltare il voto a favore del Dl di Federico Fornaro, altro deputato della componente di Articolo Uno, e di Roberto Speranza. Ma Scotto va avanti per la sua strada: “Il senso di responsabilità mi dice invece che bisogna riaprire il dibattito sul disarmo e della diplomazia per fermare la guerra”.

Prove di unità

L’impressione è che Stefano Bonaccini stia cercando a tutti i costi di lavorare per unire e mettere a sistema tutte le componenti del Pd. Articolo Uno e le altre. Lo si evince anche dal fatto che il Presidente dell’Emilia-Romagna non ha mai affondato sui suoi avversarsi alle primarie. A Gianni Cuperlo che parla della necessità di un “Segretario a tempo pieno” (riferimento al fatto che Bonaccini dovrebbe vivere il ruolo in coesistenza con quello di governatore regionale) ha risposto: “Cuperlo parla sempre con una tale pacatezza che non ci si può arrabbiare. Garantisco di avere consapevolezza ed esperienza necessarie per svolgere i due ruoli al meglio”.

Pd, Cuperlo potrebbe candidarsi alla guida del Pd

Nessun colpo di fioretto nemmeno verso Elly Schlein la quale risponde con la stessa (non) arma. Un fair play che alimenta le voci di Transatlantico – riferite dall’AGI – secondo le quali alla base dei toni rarefatti di questa fase ci sarebbe una sorta di patto di non belligeranza fra Schlein e Bonaccini. “Non mi stupirebbe”, dice all’AGI una fonte parlamentare dem vicino a Bonaccini, “ma si tratta più di una prospettiva di metodo che non di un vero e proprio accordo. Stefano è uno abituato a includere, non a tagliar fuori. Non è Renzi”. Si conferma l’operazione di cucitura di Bonaccini che, a riprova di questo, dice: “Se sarò segretario, mi impegno a chiedere ai miei competitor di dare una mano”.