I ricercatori del Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro in provincia di Padova, in collaborazione con i colleghi di Madrid e le autorità sanitarie spagnole, hanno identificato un virus influenzale aviario H5N1 ad alta patogenicità in un allevamento di visoni da pelliccia nel nord ovest della Spagna.

I risultati delle indagini epidemiologiche, cliniche e genetiche sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Eurosurveillance.

I fatti risalgono allo scorso Ottobre, quando a seguito di un aumento improvviso della mortalità registrato in un allevamento di visoni, alcuni campioni prelevati da animali sintomatici sono stati inviati ai laboratori spagnoli per gli accertamenti analitici del caso.

Le analisi hanno permesso di rilevare la presenza del virus H5N1/HPAI. Al momento è ignoto il meccanismo di introduzione e diffusione del virus in azienda, i ricercatori però ipotizzano che il virus sia stato introdotto da uccelli selvatici.

Nell’allevamento intensivo erano presenti più di 50 mila animali, divisi in 30 compartimenti, a loro volta divisi in 2 o 3 aree. Le stalle vicine al deposito di letame sono state le più colpite, con i visoni che morivano dopo circa 1 o 2 giorni dalla comparsa dei sintomi, i quali erano: perdita di appetito, ipersalivazione, depressione, muso sanguinante e manifestazioni neurologiche come atassia e tremori. Nel giro di una settimana la mortalità tra i visoni è aumentata fino al 4,3% e, gli allevatori hanno quindi optato per l’abbattimento di tutti gli animali.

Restano da approfondire i meccanismi di diffusione del virus in azienda e le modalità di trasmissione tra i visoni. Le analisi genetiche hanno consentito di stabilire che il virus appartiene ad un gruppo virale conosciuto, responsabile della grave epidemia di influenza aviaria in atto da oltre due anni nei volatili domestici e selvatici in Europa e nel mondo.

Nessuna delle mutazioni rilevate è fra quelle note per rendere un virus H5N1/HPAI trasmissibile efficacemente da uomo a uomo e nessun caso di infezione è stato riscontrato negli operatori dell’azienda potenzialmente esposti.

Isabella Monne, veterinario del Laboratorio dell’IZSVe e coautrice dello studio ha sottolineato:

“Questo evento ci ricorda che il virus influenzale aviario ad alta patogenicità H5N1 non è un problema solo dei volatili. È in atto una vera e propria emergenza epidemica globale, senza precedenti, che non sconvolge solo la produzione avicola ma che sta colpendo gravemente molte specie di volatili selvatici e sporadicamente anche di mammiferi selvatici, minacciando gravemente la biodiversità del nostro pianeta”. 

Influenza aviaria Spagna: casi nei volatili anche in Francia

L’ influenza aviaria continua a progredire soprattutto in Francia, con oltre un milione di polli soppressi solamente in un mese, portando il bilancio a 4,6 milioni di animali uccisi da Agosto dello scorso anno. Lo ha appreso Afp da dati del Ministero dell’Agricoltura francese.

La precedente valutazione di questa epizoozia, particolarmente virulenta nei Paesi della Loira, datata il 22 Dicembre parlava di un abbattimento di 3,3 milioni di pollame.

Come la scorsa primavera, il virus ha colpito duramente la regione dei Paesi della Loira, la seconda più grande area di produzione di pollame francese dopo la Bretagna.

La scoperta di nuovi casi sta rallentando in questa regione ma stanno emergendo focolai nel sud-ovest, in particolare nelle Landes e nel Gers, roccaforti storiche del foie gras.

In totale sono 286 i focolai nel bestiame, di cui 120 in Vandea che sono stati identificati dalle autorita dal 1° Agosto, data che segna l’inizio dell’epizoozia 2022-2023.

L’ondata del 2021-2022, tra la fine di Novembre 2021 e la meta di Maggio 2022, ha portato all’uccisione di oltre 20 milioni di polli in Francia, la peggiore crisi mai registrata in questo settore.