Rapina a mano armata, questa mattina, in uno degli uffici postali di Monterotondo. Secondo quarto riportato dall’Agi, un uomo sarebbe entrato con il volto parzialmente coperto e il cappuccio, mettendosi normalmente in fila e fingendosi un cliente; poi, all’improvviso, avrebbe tirato fuori una pistola, chiamando il direttore e chiedendogli di aprire la cassaforte. Avrebbe così rubato circa 20mila euro, prima di deleguarsi. Non è la prima volta che una vicenda del genere interessa la cittadina a nord di Roma: appena un anno fa un’altra rapina si era consumata nello stesso punto Poste.
Rapina Poste Monterotondo: è caccia al responsabile
È caccia al rapinatore che, nella mattinata di oggi, intorno alle 8.30, sarebbe entrato in uno degli uffici postali di Monterotondo, quello situato in via Col di Lana, a poche decine di metri dalla statale Salaria, fingendosi un normale cliente e uscendo con circa 20mila euro nelle tasche. Stando al racconto dell’Agi, che avrebbe appreso la vicenda da fonti investigative, l’uomo sarebbe entrato nell’ufficio con il volto parzialmente coperto e il cappuccio e si sarebbe messo normalmente in fila tra gli avventori, numerosi a quell’ora, degli sportelli. All’improvviso, avrebbe tirato fuori una pistola e, dopo aver chiamato il direttore del punto Poste, lo avrebbe obbligato ad aprire la cassaforte, prendendo quanto più possibile in pochi secondi.
Alla fine sarebbe uscito dalle Poste con circa 20mila euro, dandosi alla fuga tra le vie del centro abitato prima che gli utenti dell’ufficio riuscissero ad allertare il 112. I carabinieri della compagnia di Monterotondo, giunti immediatamente sul posto dopo l’allarme, sono da ore alla ricerca del bandito e di eventuali complici. Per ora di lui non ci sarebbero tracce. Fondamentali, per trovarlo, saranno i filmati delle videocamere di sorveglianza dell’area, oltre alle testimonianze delle persone presenti al momento della rapina. Così gli inquirenti cercheranno di dare un volto e delle caratteristiche al rapinatore. Appena un anno fa lo stesso ufficio postale era stato interessato da un episodio simile.
Il precedente: rapinò le Poste vestito da operatore ecologico
All’inizio di febbraio dello scorso anno, un uomo con indosso una giacca catarifrangente di quelle utilizzate solitamente dagli operatori ecologici aveva rapinato lo stesso ufficio postale, nascondendo il volto dietro alla mascherina. Una volta entrato, anziché mettersi in fila, il malvivente aveva puntato direttamente alla cassa e, dopo aver preso il suo bottino – non quantificato – era fuggito. Nel 2016, un altro rapinatore aveva puntato l’ufficio di via Col di Lana, riuscendo a rubare circa 2mila euro prima di fuggire a bordo di un’utilitaria. In quel caso, i carabinieri erano riusciti a scovare il responsabile: si era trattato di un 60enne originario di Caltanissetta già noto alle forze dell’ordine, rintracciato dopo la rapina in un’area di servizio della via Pontina, all’altezza di Pomezia, comune a sud della Capitale. Le successive perquisizioni avevano permesso di rinvenire, all’interno della sua autovettura, una parrucca scura, probabilmente usata per i crimini, una pistola a salve marca Bruni di 8mm con caricatore e una giacca, quella utilizzata al momento del furto. L’uomo era stato fermato e trasferito nel carcere di Velletri. Ancora prima, nel 2013, le Poste erano state prese di mira da due uomini, che avevano tentato l’irruzione poco dopo la chiusura, con i dipendenti ancora all’interno. I due, probabilmente a volto scoperto, con una sorta di piede di porco avevano iniziato a trafficare con la porta di sicurezza, facendo leva per cercare di aprirla: così erano stati colti di sorpresa da alcuni dipendenti dell’ufficio postale, che avevano subito chiamato i carabinieri, giunti sul posto quando i banditi si erano già dileguati. A quanto pare, da allora, la situazione non sembra essere migliorata e l’ufficio continua ad essere nel mirino dei rapinatori.