La sfida di un futuro green passa per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico. In sintesi estrema anche il viaggio istituzionale del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Algeria può essere inquadrato in questa frase.

Da Draghi a Meloni, cambio di rotta per l’idrogeno

L’obiettivo è quello di riuscire a fare a meno del gas e dell’energia proveniente dalla Russia. Il tutto cercando anche di ridurre le emissioni. Lavorare con i Paesi produttori di energia affinché domani si possa importare energia più pulita. Fra le possibili strade per raggiungere l’obiettivo, l’idrogeno sembra incontrare fortune alterne: strategico per il governo di Mario Draghi, che nelle linee guida del piano nazionale di ripresa e resilienza con entusiasmo segnalava come “è questo il momento giusto per passare all’idrogeno”, un’idea da rinviare invece per il ministro delle Infrastrutture. Matteo Salvini infatti sarebbe deciso a chiedere la cancellazione del progetto che prevedeva la realizzazione di 9 stazioni di rifornimento per i treni alimentati proprio con le molecole H per dirottare i fondi – 300 milioni di euro – verso la manutenzione della rete idrica nazionale. Si passa così da scommessa verso il futuro a pecetta verso antichi problemi.

Fra via Mattei e i progetti ecologici

Ma il futuro dell’idrogeno non si ferma. E se Snam ha deciso di investire 10 miliardi in rigassificatori e biometano per il trasporto del gas che un domani sarà proprio sostituito dall’idrogeno, l’idea della via Mattei (qui l’intervento di Aroldo Curzi Mattei, presidente della Fondazione) è stata menzionata anche nel corso del viaggio ufficiale de presidente del Consiglio Giorgia Meloni: un piano, nominato in onore di quell’Enrico Mattei che dell’ENI fu ideatore e fondatore, che mira a trasformare il nostro Paese in un vero e proprio hub energetico a livello europeo. Un fil rouge fra i Paesi aldilà del mediterraneo che producono energia, e quelli del nord Europa che ne beneficiano. Un Piano Mattei che oltre all’idrogeno punta a creare in Algeria, ma anche in altri Stati come Egitto, Mozambico, Libia, fino all’Azerbaijan, centri di decarbonizzazione e cattura dell’anidride carbonica contenuta nell’atmosfera. Per un futuro che passa anche per il nostro Paese. E magari anche dalle Università: l’UnCusano infatti punta molto sull’idrogeno come combustibile del futuro. Tanto che l’ateneo capitolino ha annunciato borse di studio e preso parte anche alla Cop 27 di Sharm El-Sheik per intervenire proprio sul tema delle molecole H.