La madre del neonato morto a Roma si sfoga, e assicura di non aver ricevuto ascolto alle sue numerose richieste d’aiuto. Ricoverata all’ospedale Pertini, la neo mamma era evidentemente esausta dopo un travaglio durato ben 17 ore, ma nonostante questo non avrebbe ottenuto la giusta assistenza da parte degli operatori sanitari. Lo ha confermato lei stessa ai microfoni del Messaggero.

Sto leggendo le dichiarazioni rilasciate dalla Asl 2, dicono che hanno garantito tutta l’assistenza necessaria, che alle puerpere viene fatta firmare un’autorizzazione a tenere i figli con loro. Bellissime parole, peccato non siano veritiere. Ho chiesto aiuto e mi hanno detto no. Più volte ho chiesto in reparto di essere aiutata perché non ce la facevo da sola e di portare per qualche ora il bambino al nido per permettermi di riposare, eppure mi è stato detto sempre di no.

Parole, quelle della donna, che aprono nuovi scenari in vista delle indagini condotte dalla procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Ancora devastata dal dolore, la neo mamma non riesce tuttora a spiegarsi il motivo di tanti rifiuti.

Non è che si giustificassero in qualche modo. Dicevano che non era possibile e basta. E io rimanevo lì a dovermi occupare di tutto. Dovevo allattare il piccolo, cambiarlo, riporlo nella culletta accanto al letto, e ho dovuto farlo anche subito dopo il parto anche se ero sfinita.

Neonato morto a Roma, parla il padre: “Hanno preteso che gli cambiasse il pannolino da sola”

Nel frattempo, l’esame tossicologico sulla donna ha dato esito negativo. A proposito della vicenda è intervenuto anche il padre del bambino che, sempre ai microfoni del Messaggero, ha raccontato come sua moglie fosse “sfinita” dal lungo travaglio.

Era sfinita. Ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento. Ma lei non si reggeva in piedi.

Secondo le prime ricostruzioni dopo la rottura delle acque, avvenuta alle 4 di notte, la compagna dell’uomo ha trascorso 17 ore di travaglio prima di partorire. Il bambino è nato sano, quasi 3 chili e 400 grammi. Proprio per poter riposare qualche ora la donna avrebbe chiesto che il neonato fosse portato al nido, ma senza successo. Il padre si è dato una sola spiegazione a una simile condotta da parte dei dipendenti del reparto di ginecologia del Pertini.

Hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi. Molte donne sono lasciate sole nei reparti anche a causa delle restrizioni anti-Covid. I protocolli andrebbero rivisti.

Si indaga all’ospedale Pertini: le prime ipotesi degli inquirenti

La vicenda è finita ora sotto la lente d’ingrandimento della polizia, che ha acquisito una serie di documenti presso l’ospedale, compresa la cartella clinica della donna. I risultati dell’autopsia effettuata sul corpo del neonato morto arriveranno tra 60 giorni, ma gli inquirenti stanno già formulando le prime ipotesi. Il piccolo sarebbe morto schiacciato dalla madre, che si era addormentata dopo l’allattamento. Restano da chiarire i motivi per cui il neonato sia rimasto accanto alla madre senza che nessuno se ne accorgesse.