Doveva tenersi oggi il vertice tecnico in vista del Consiglio dei ministri per la presentazione della legge sull’autonomia differenziata. Ne era convinto anche il ministro Calderoli come avevamo ampiamente spiegato qui. Invece da Palazzo Chigi è arrivato è arrivato lo stop: sarebbe stato proprio il Presidente del Consiglio a frenare la corsa sul ddl fortemente voluto dalla Lega: “Non corriamo troppo, occorrono prima dei passaggi tecnici e al massimo possiamo discuterne in un pre Cdm, ma non questa settimana”, sarebbero state le parole riferite.
Salta il vertice tecnico sull’autonomia differenziata in programma per oggi. Ecco cosa sta succedendo
Il voto in Lombardia, secondo gli alleati nella maggioranza, non può accelerare il progetto di riforma avallato in primis dagli esponenti del Carroccio, preoccupati del possibile (ma ormai quasi certo) travaso di voti in favore di Fdi e per questo intenzionati ad alzare la bandiera dell’autonomia come promessa elettorale. Occorre più tempo per studiare a fondo quella che promette di essere la riforma più delicata degli ultimi anni per gli assetti istituzionali e che, se non valutata nei dettagli, rischia di mandare per aria i conti (e di conseguenza tutto il resto, dalla sanità alla scuola) delle regioni meridionali. Ma anche di intaccare i diritti civili e sociali. Per questo i governatori di quei teritori del Sud, in vista del rush finale ormai a data da destinarsi in Consiglio dei ministri, rilanciano l’allarme e promettono battaglia. Circola da tempo la voce che gli uffici legislativi di Palazzo Chigi siano a lavoro proprio per smussare e correggere il testo di Calderoli soprattutto per quanto riguarda il ruolo del Parlamento che, nelle intenzioni dei vertici dell’esecutivo, è imprescindibile per definire i Lep, i Livelli essenziali di prestazione, cruciali per evitare squilibri fra le regioni e quindi arrivare all’approvazione della riforma. Ed è proprio sui Lep che si concentrano le critiche e le preoccupazioni: “Senza finanziare i Lep, l’autonomia ‘Calderoli’ rischia di consegnare ai nostri figli un’Italia estremamente divisa, soprattutto in settori così vitali per il nostro Paese, come istruzione e sanità. Un’eventualità che come Terzo Polo ostacoleremo in ogni modo possibile”, ha twittato sul suo account Mara Carfagna, presidente di Azione che, in un’intervista rilasciata al Mattino si dice convinta di come “l’approccio a un tema così complesso sia quantomeno superficiale da parte del governo. Il ministro Calderoli non guarda alle necessità e alle priorità del Paese ma a quelle del suo partito. E la necessità della Lega oggi è sventolare la bandiera autonomista a ridosso dell’apertura delle urne in Lombardia, ma sottovalutano il territorio”. Mentre Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd ha detto: “Il disegno di legge di Calderoli sull’autonomia differenziata va rigettato con forza, perché è un disegno di legge che vuole fotografare e perpetuare le disuguaglianze territoriali che già esistono e che hanno colpito duramente il Sud”. Infine Sergio Costa, vicepresidente della Camera ed esponente del M5s, rispetto al tema dell’autonomia, dice che i grillini sono “preoccupati perché la bozza Calderoli non individua esattamente quali sono i livelli minimi previsti dalla norma sull’autonomia. Per far sì che il Nord, il Centro e il Sud camminino tutti sulla stessa lunghezza d’onda non solo bisogna individuare i livelli minimi, ma bisogna anche definirli e sostenerli economicamente”. Secondo l’esponente pentastellato, infatti, la regionalizzazione andrebbe a “creare fortissime sperequazioni. Sul fronte della scuola e della sanità, inoltre, non ha senso creare differenziazioni, il rischio è dare vita a tante Italie e non è il caso”, ha concluso.