L’arresto di Matteo Messina Denaro ha scoperchiato il vaso di Pandora relativa alle posizioni del governo sugli strumenti della giustizia. In particolar modo quello delle intercettazioni che si sono rivelate preziose, quindi determinanti, ai fini dell’arresto del mafioso latitante. Tutto è iniziato con le parole del Ministro della Giustizia Carlo Nordio che, seppure ha elogiato il sapiente uso delle intercettazioni nella fattispecie, ed ha ribadito l’importanza di questo strumento per i reati di mafia, ha anche invitato a limitarne l’abuso. Specialmente quando queste coinvolgono persone che non sono né imputate né indagate e che “attraverso un meccanismo perverso e pilotato finiscono sui giornali”. Molti hanno storto il naso, specialmente dalle opposizioni. Addirittura è sembrato che Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5 Stelle, potesse presentare una mozione di sfiducia. Il leader pentastellato non ha smentito né confermato. Una situazione delicata che ha reso necessario l’intervento di Giorgia Meloni.

Meloni difende Nordio ed accelera su riforma della giustizia

Il Presidente del Consiglio ci ha messo la faccia e, per amor di quiete nel suo esecutivo, ha difeso il Ministro Nordio tutelandolo dalle critiche. Direttamente da Algeri, dove si trovava oggi, Meloni ha ribadito la fiducia a Nordio. Poi ha criticato l’uso che diventa abuso delle intercettazioni confermando che è necessario mettere mano al dossier ma, ha sottolineato, senza arrivare allo scontro con la magistratura: “ed anzi bisogna lavorare insieme per trovare le soluzioni”.Il Premier incontrerà il guardiasigilli nei prossimi giorni con un intento chiaro e perentorio: accelerare sulla riforma della giustizia. Meloni con il responsabile di via Arenula concorderà il cronoprogramma sulla riforme della giustizia, con l’ex pm veneziano che vuole partire da abuso d’ufficio e traffico di influenze.

Il pressing di Forza Italia

Chi preme sulla giustizia è Forza Italia. Tant’è che, scrive l’AGI, si appresta a depositare alla Camera in Commissione Giustizia un disegno di legge sulla separazione delle carriere. Aspetto, tra gli altri, particolarmente sentito dai forzisti. Silvio Berlusconi ha detto: “La giustizia italiana ha bisogno urgente di essere riformata” e il ministro Nordio “ha dimostrato di voler lavorare seriamente per questo obiettivo”. L’intervento del Cav conferisce ancora più forza all’esecutivo e rinvigorisce lo scudo che Giorgia Meloni ha costruito in difesa – specie degli attacchi di Pd ed M5s – al suo Ministro. Il numero uno di Forza Italia, poi, è intervenuto anche in tema di intercettazioni difendendo la posizione liberale di Nordio: “No a italiani trattati come sospetti mafiosi – ha detto – no all’idea che la liberta’, la privacy, l’intimita’ di ciascuno di noi, delle nostre case, delle nostre conversazioni, possa essere violata con la massima facilità”. A fargli eco è il Vicepremier Antonio Tajani: “Abbiamo vinto le elezioni anche per fare una riforma della giustizia che, attenzione, non significa fare la guerra ai magistrati. Noi vogliamo delle regole che garantiscano tutti i cittadini”.