Morto Juan Carrito. Lo scontro con una vettura sulla Strada Statale 17 all’altezza della Galleria G. Fiore, nei pressi del cimitero di Castel di Sangro (L’Aquila), è stato fatale per l’orso marsicano che era diventato noto per le sue ‘passeggiate’ nei centri abitati del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il plantigrado, un esemplare di orso bruno marsicano di 150 chili, è uno dei quattro gemelli di mamma Amarena, nato nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise quattro anni fa.
L’impatto è avvenuto intorno alle 18:30 con l’animale rimasto a terra agonizzante, vani i soccorsi che sono immediatamente arrivati. Illesi il ragazzo alla guida di Volkswagen Golf e la fidanzata che sedeva al suo fianco. L’animale sarà recuperato dal personale del PNALM e trasportato all’Istituto Zooprofilattico per la necroscopia. “Stasera siamo tutti un po’ più poveri perchè se ne è andato uno di famiglia” ha dichiarato il Presidente del Parco, Giovanni Cannata.
In Italia, in base ai recenti censimenti sugli animali, sono rimasti poco più di 50 esemplari di questa specie; attraverso i progetti dell’Unione Europea, l’impegno è di raddoppiare l’area della specie e il numero di individui presenti entro il 2050. Da tempo infatti l’Orso Marsicano è inserito dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura nella categoria “pericolo critico di estinzione”.
Morto Juan Carrito. Celebre fra gli abitanti del posto
La morte di Juan Carrito ha scosso gli abitanti di tanti comuni che hanno avuto l’opportunità di incontrare il mammifero. L’orso era conosciuto per le passeggiate notturne nei paesi dell’Appennino abruzzese dove è stato protagonista di diverse scorribande. Girava nei centri abitati delle località turistiche montane e si avvicinava alla gente. Fu anche catturato e ospitato per un breve periodo all’interno di una zona faunistica a Palena, L’Aquila. Tornato in libertà ha ripreso le incursioni nei centri abitati con alcune divenute note a livello nazionale.
Un animale sicuramente goloso visto che è stato sorpreso una notte in una pasticceria a fare incetta di dolci o davanti la cucina di un ristorante stellato, fotografato ad abbeverarsi ad una fontanella pubblica e anche a passeggiare sulle piste da sci di Campo di Giove. Anche sprezzante del pericolo come nel video che mostra il suo incontro con un cane lupo piuttosto aggressivo, sciolto all’ingresso di un sentiero di montagna a Villalago. Il cane gli abbaiava e gli ringhiava contro mentre Carrito rimaneva tranquillo e mansueto con il semplice intento di giocare con il suo amico.
Il saluto della Regione Abruzzo
“Ho appreso con grande dolore la notizia dell’investimento mortale di Juan Carrito, l’orso marsicano più famoso e amato d’Abruzzo, avvenuto sulla statale 17 all’altezza di Castel di Sangro. L’orso è stato investito da un residente del luogo, il presidente della provincia e sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, mi ha informato dell’evento, inviandomi dei video in cui si vedeva l’orso pesantemente colpito. La sua perdita rattrista non solo l’Abruzzo ma il mondo intero che ha scoperto l’Abruzzo e la bellezza degli orsi attraverso i numerosi video che lo ritraevano sin da cucciolo con i suoi fratelli e l’orsa Amarena”. E’ il saluto del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Il pensiero del Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo
“Sono sconvolto, è come se fosse scomparso un familiare”, racconta un commosso Luciano Sammarone, direttore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. “Juan Carrito, piccola consolazione, è morto da orso libero, era uno di quei ‘ragazzi irrequieti’ alla James Dean, ci mancherà. Continueremo a fare di tutto per migliorare la sicurezza degli orsi marsicani nel territorio del Parco, non ci dimenticheremo di lui. La sua storia ci ha insegnato gli errori che ancora commettiamo nel rapportarci con gli animali selvatici, troppo spesso trattati come peluche. La gestione dei rifiuti nei centri abitati e l’attenzione mediatica attorno a questo singolo esemplare ci lasciano in eredità delle riflessioni importanti sulla fauna del nostro Parco” ha concluso Sammarone.