Continua a far discutere la storia di Giuseppina Giugliano l’operatrice scolastica inopportunamente definita da tutti “bidella” che ha deciso di sua spontanea volontà di non prendere una casa in affitto a Milano ma di viaggiare quotidianamente da Napoli a Milano per poi farvi ritorno in giornata, anzi, in nottata.
Bidella pendolare, pagata poco ma i conti non tornano
Giuseppina Giugliano con la sua storia fatta di lavoro e sacrificio ha fatto emozionare tutto il paese, ma ha anche creato una divisione, non tutti credono alla storia raccontata dall’operatrice scolastica. La sua storia ha fatto parlare tutta Italia, con la solidarietà espressa da molto mentre altri l’hanno prontamente accusata di aver messo su piazza una storia palesemente falsa. Giuseppina come ben sappiamo ha deciso di sua spontanea volontà di non trasferirsi in pianta stabile a Milano, dove ha trovato impiego come operatrice scolastica ma bensì di viaggiare in treno ogni giorno, percorrendo i 770 km di tratta tra Napoli e Milano. La ragazza aveva prima raccontato la sua felicità al quotidiano Il Giorno: “Sono veramente commossa e devo ammettere che sono anche un po’ sotto choc perché non mi è mai successo in vita mia di avere tutta questa visibilità. Io sono una ragazza semplice, alla mano, non ho mai chiesto niente a nessuno e questo clamore nei miei confronti mi lascia veramente senza parole. Sono al settimo cielo per la felicità”.
Bidella pendolare, parla l’avvocato Falasca
L’avvocato Giampiero Falasca intervenendo durante la trasmissione “Pomeriggio Con Noi” in onda su Cusano Italia Tv, condotta da Francesca Romana Macrì e Francesco Acchiardi ha analizzato la situazione. L’Avvocato ai microfoni dell’emittente del Cusano Media Group ha analizzato la situazione, dichiarando: “Io volevo mettere in luce due concetti: il primo è che non tornano i conti; non è possibile che la signora spende 400 euro al mese, l’abbonamento mensile costa 1.200 euro circa. Seconda questione, io sono rimasto stupito del fatto che venisse presentata questa forma di lavoro come eroica e mi permetto di dire che un datore di lavoro non dovrebbe accettarlo. Non dovrebbe accettare che una persona dopo aver fatto 5 ore di treno vada sul posto di lavoro, non è in condizione di lavorare, è una questione di sicurezza, è incompatibile. Se noi possiamo accettare la sola idea che una persona faccia 1000 km per un lavoro di 1200 euro al mese è inaccettabile, bisogna creare un sistema in cui il lavoro non sia questa cosa che ci riporta alle economie preindustriali.”