Sul tema del lavoro, già in passato, Beppe Grillo si era espresso più volte in maniera dissonante rispetto ai decreti e ai provvedimenti della maggioranza. Sul punto è intervenuto lo stesso Grillo, che attraverso il suo blog ha voluto dire la sua non solo sulla durata della settimana di lavoro, ma anche sul sistema di tassazione che, in base al pensiero di uno dei promotori del Movimento Cinque Stelle, non andrebbe a incidere sui ceti ricchi. L’obiettivo, spiega attraverso il suo blog, diventa dunque quello di studiare un nuovo sistema di tassazione, un metodo che possa arrivare a colpire la categoria dei cosiddetti “super ricchi”.

“Il 2022 è stato l’anno della settimana lavorativa di 4 giorni. L’interesse di aziende, dipendenti, organizzazioni non profit e ricercatori è cresciuto in tutto il mondo. Per la Cnn è stata una delle nove nuove idee più importanti nel mondo degli affari. Un certo numero di governi nazionali ha annunciato sperimentazioni: il Regno Unito ha avviato un programma pilota di sei mesi; la Spagna ha lanciato il proprio progetto pilota a dicembre e i dipendenti belgi hanno ottenuto il diritto di decidere se vogliono lavorare quattro o cinque giorni alla settimana. In Scozia il governo ha annunciato l’inizio di un progetto che inizierà nel 2023 e anche il Galles lo sta valutando. Mentre il Portogallo questo anno lancerà il suo progetto pilota. E noi?”

Sul tema lavoro lo stesso Grillo ha voluto precisare un altro elemento: “La settimana breve offre molteplici vantaggi. Lavorare 4 giorni a settimana aumenta il benessere, riduce l’impatto ambientale, aumenta l’efficienza e la produttività, aumenta l’occupazione e spinge l’innovazione, poiché con meno lavoro le imprese investono in tecnologia”. Si punta a spingere sull’acceleratore per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’arrivare a quattro giorni di lavoro a settimana, adattandosi dunque al metodo scolastico e lavorativo utilizzato da alcuni Paesi europei e non solo.

Beppe Grillo tra lavoro e tassazione

Proprio Beppe Grillo, oltre al tema lavoro, ha sfiorato la questione legata alla tassazione dei cosiddetti “super ricchi”, con i quali intende le categorie di persone che guadagnano ben oltre la soglia media del Paese e che hanno con sé un patrimonio fisso di amplia portata: “C’è bisogno di aumento sistematico e ad ampio raggio della tassazione dei super ricchi per recuperare i guadagni derivanti dalla crisi grazie al denaro pubblico e al profitto. Decenni di tagli alle tasse per i più ricchi e le società hanno alimentato la disuguaglianza, con le persone più povere in molti paesi che pagano aliquote fiscali più elevate rispetto ai miliardari”.

Un Beppe Grillo che, in poche parole, torna alla carica su lavoro e tassazione dopo i risultati delle elezioni del 2022, con il Movimento Cinque Stelle che cerca la risalita soprattutto dal punto di vista dell’opposizione. Un tema che ancora è vivo e legato al rapporto con Giuseppe Conte, che percorre il sottile filo tra ragione e dialettica delle parti.