Arrivano altre tre condanne per l’assalto alla sede della Cgil, verificatosi a Roma il 9 ottobre del 2021. Al termine di un processo svolto con il rito abbreviato, il giudice dell’udienza preliminare ha inflitto sei anni ad Andrea Savaia, genovese di 54 anni, e quattro anni a Maurizio Ciocca e Daniel De Filippis, due cittadini romani.
Savaia sarebbe legato ai movimenti “no green pass”: il pm lo ritiene responsabile dei reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale. Agli altri due imputati è invece contestato soltanto il primo reato. Per la stessa vicenda l’attivista ligure si trovava già agli arresti domiciliari, mentre ai due romani era stato imposto solo l’obbligo di firma.
Nel frattempo va avanti il processo a carico di altri imputati, davanti al tribunale ordinario: tra loro c’è il leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore, oltre a Giuliano Castellino, l’allora capo della sezione romana del partito di estrema destra di ispirazione neofascista, e Luigi Aronica, ex membro dell’organizzazione terroristica italiana dei Nuclei armati rivoluzionari. Su di loro, oltre alle accuse di devastazione aggravata in concorso e resistenza, pende anche il reato di istigazione a delinquere. Appuntamento dunque al prossimo 25 gennaio, data della prossima udienza in cui avrà luogo l’esame degli imputati.
Assalto sede Cgil, a luglio 2022 le prime sei condanne
Le prime sei condanne per l’assalto alla Cgil erano arrivate nel luglio 2022: sei anni erano stati inflitti a Fabio Corradetti, figlio della compagna del leader romano di Forza Nuova Castellino, e a Massimiliano Ursino, leader palermitano del partito neofascista. Anche nel loro caso l’accusa era di devastazione e resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
In quell’occasione, il tribunale del Riesame di Roma aveva accolto l’istanza presentata dall’avvocato Carlo Taormina, concedendo la momentanea liberazione dei nove arrestati giudicati responsabili dell’assalto. Tra i nove comparivano proprio i nomi di Fiore, Castellino e Aronica: ai primi due è stato imposto il controllo quotidiano, con l’obbligo di presentarsi presso il posto di polizia per firmare. Fiore, in particolare, aveva ottenuto la concessione degli arresti domiciliari per motivi di salute.
Assalto sede Cgil, cosa successe a Roma il 9 ottobre 2021
Era il 9 ottobre 2021 quando il quartier generale romano della Cgil venne attaccato durante una manifestazione “No green pass”. I manifestanti si erano riuniti in migliaia da tutta Italia, ritrovatisi a Piazza del Popolo per un sit in autorizzato: sit in che è improvvisamente sfociato in un corteo che si è diramato nel centro della capitale.
Piazza del Popolo era quasi piena, con centinaia di striscioni e cori contro la dittatura sanitaria e la negazione della libertà imposta dalle restrizioni anti-contagio a seguito del diffondersi del Covid. I tafferugli arrivarono fino a Palazzo Chigi, che venne presidiato dalle forze dell’ordine.
Il blitz degli attivisti, guidato dai vertici di Forza Nuova, si concentrò tuttavia sull’ingresso del palazzo della Cgil di Corso d’Italia, con gli uffici del piano terra che furono messi completamente a soqquadro. Tra vetri sfondati e scrivanie ribaltate i disordini, durati diversi minuti, avevano fatto il giro del web. Duro, in quell’occasione, il commento del segretario Cgil Maurizio Landini.
L’assalto alla sede della Cgil nazionale è un atto di squadrismo fascista. Un attacco alla democrazia e a tutto il mondo del lavoro che intendiamo respingere. Nessuno pensi di far tornare il nostro Paese al ventennio fascista.