PD Bonaccini a Capaci, trasferta istituzionale dal grande valore simbolico per il candidato alla segreteria dei democratici. Un’occasione quella della visita in Sicilia anche per parlare della situazione politica e fare un punto sugli ultimi fallimentari mesi del suo partito, un movimento politico da rinnovare e rilanciare a livello nazionale ma soprattutto territoriale in luoghi come la Sicilia. Il luogo scelto, l’omaggio al monumento della strage di Capaci non è un caso.

PD Bonaccini a Capaci la foto simbolo davanti alla stele del ricordo

Appena atterrato in Sicilia, a Capaci con il sindaco Puccio. Un dovere“, è il post che Stefano Bonaccini ha pubblicato sui suoi social e dove evidenzia in raccoglimento davanti alla stele che ricorda la strage di Capaci dove morì Giovanni Falcone con la moglie e la scorta la necessità di lottare fino in fondo per i propri ideali “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”.

La salute del PD, il rilancio passa dal popolo

Stefano Bonaccini ha lavorato bene come presidente dell’Emilia Romagna ed ha pronta la ricetta anche per rilanciare il suo PD come spiega dopo l’omaggio a Capaci: “Anche al di là della Sicilia il Pd non ha goduto di straordinaria salute di recente. Abbiamo perso quasi un altro milione di voti. Con Walter Veltroni il Pd raggiunse oltre 12 milioni di voti, oggi siamo a poco più di 5 milioni. Abbiamo un lavoro enorme da fare ma io credo che la qualità della classe dirigente si vede nei momenti di difficoltà. E’ troppo facile metterci la faccia quando le cose vanno bene. Io sono sceso in campo credendo di potere essere aiuto più agli altri che a me stesso. Ho in mente un Partito democratico molto più popolare”.

Al Governo da soli solo se si vincono le elezioni

Bonaccini prosegue spiegando come il PD debba riavvicinarsi al popolo: “Bisogna che noi torniamo di più nei luoghi dove la gente vive, studia, lavora e si diverte. Bisogna avere più rapporto col territorio. Quello che è accaduto l’ultima volta con le candidature è una cosa incredibile. Nessun dirigente nazionale che si è candidato nei collegi uninominali ognuno di noi ci deve mettere la faccia. Nella vita come nella politica si può vincere o perdere ma bisogna avere il coraggio di misurare la propria leadership se la si ritiene tale con il consenso dei cittadini”. Bonaccini ribadisce che il Pd, se dovesse essere eletto a capo della segreteria, non andrà più al governo senza vincere le elezioni:Lo abbiamo fatto una volta per ragioni nobili, ma è stato percepito come un volere restare aggrappati alla poltrona. Se divento segretario del Pd e se resta questa pessima legge elettorale, peraltro fatta dal Pd e non possiamo dare la colpa ad altri, i candidati al Parlamento li sceglieranno i siciliani. Se dobbiamo sbagliare sbaglieranno i siciliani e non quattro persone chiuse in una stanza a Roma”.