Omicidio Melito di Napoli oggi boss ucciso in pieno giorno. Un agguato in piena regola quello in cui è stato freddato poco prima delle ore 14 con diversi colpi di pistola Gaetano Nappi, 57 anni, noto alle forze dell’ordine per essere uno dei boss legati al clan Amato – Pagano, quello degli “Scissionisti” di Secondigliano. L’uomo è stato raggiunto dai sicari mentre si trovava a pranzo in un ristorante di Via Francesco Rossi, accanto alla centralissima Via Lavinaio. Un omicidio brutale che ha terrorizzato gli altri clienti del locale. Si tratta del secondo grave omicidio in poco tempo avvenuto nel piccolo comune campano, anche se le dinamiche sono molto diverse rispetto al professore brutalmente assassinato lo scorso settembre. Stavolta il delitto è legato a menadito alla criminalità organizzata con una faida decennale che ha già lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue.
Omicidio Melito di Napoli oggi boss freddato nella trattoria “Gaetano e Teresa”
Agguato in pieno giorno dunque quello a Melito di Napoli, paese della provincia dove si è consumato un brutale omicidio di Camorra. Il Killer, che sembra fosse solo secondo le testimonianze, è entrato nel ristorante a ora di pranzo “Gaetano e Teresa” e ha ucciso il boss mentre stava pranzando. L’uomo ha esploso diversi colpi incurante delle tante famiglie che si trovavano a pranzo nel locale in quel momento molto affollato. Gaetano Nappi è morto sul colpo secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti.
Folla di curiosi fuori dal ristorante
I carabinieri hanno già avviato le indagini ed effettuato i rilievi del stabilire l’esatta dinamica dell’agguato. Molti i curiosi che hanno creato un capanello di gente di fronte al locale dove sono stati posti i sigilli. Solamente la precisione del killer ha evitato una vera strage all’interno del locale, l’esecuzione è avvenuta in modo rapido e preciso come se fosse stata pianificata da tempo secondo le prime testimonianze.
Era stato condannato a morte
Soprannominato “‘o Pittore”, Gaetano Nappi è stato in passato indicato come molto vicino ai vertici degli Scissionisti e in particolare al boss Mariano Riccio. Secondo il racconto dei collaboratori di giustizia, l’uomo era stato già condannato a morte nel 2011. Tutti erano convinti che la mano armata di Mariano Riccio fosse proprio quella de “o Pittore”, con il clan rivale che oggi ha compiuto la sua vendetta.