Nel ventesimo anniversario della sua scomparsa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda Gianni Agnelli in un intervento pubblicato su Repubblica. Conosciuto come “l’Avvocato” per la sua laurea in giurisprudenza, pur non avendo mai sostenuto l’esame abilitativo alla professione forense e non avendo quindi diritto al titolo, Agnelli, all’anagrafe Giovanni, è stato il principale azionista e amministratore della Fiat, nonché politico e senatore a vita italiano. Morto a causa di un carcinoma alla prostata il 24 gennaio 2003 a Torino, città che aveva sempre amato, ancora oggi è lodato per le sue azioni lungimiranti. Il Capo dello Stato ha definito “ostinatamente attuale” il suo messaggio.

Giovanni Agnelli
Una foto datata maggio 1992 del presidente d’onore della Fiat e senatore a vita Giovanni Agnelli, diffusa da Ansa in occasione della sua scomparsa, il 24 gennaio 2003.

Sergio Mattarella ricorda Gianni Agnelli: le sue parole

È quello di un imprenditore influente e al passo con i tempi, il ritratto che questa mattina Sergio Mattarella fa del Gianni Agnelli imprenditore e politico, omaggiondolo nel giorno della sua scomparsa. “Nel ventesimo anniversario della sua morte – scrive -, il ricordo della sua autorevolezza, con l’azione che seppe esercitare sulle classi dirigenti, sull’intera società, con la sua influenza nel contesto internazionale, sollecita tutti a un confronto esigente“. “La leadership di Agnelli consolidò la Fiat a livello internazionale – prosegue -, mostrando come una visione mondiale dello sviluppo rappresentasse una opportunità di crescita per i campioni industriali italiani e, insieme, per le nazioni cui si dirigevano gli investimenti, introducendo nel nostro mondo imprenditoriale una visione più moderna e lungimirante”.

“Presidente dell’associazione degli industriali italiani seppe fare prevalere, in una stagione assai problematica, un’ottica capace di sviluppare un dialogo costruttivo tra le parti sociali, legando il suo nome a passaggi cruciali nelle relazioni sindacali, favorendo così il conseguimento di significativi traguardi. Giovanni Agnelli fu l’ambasciatore di una Italia animata da spirito di innovazione e dinamismo. Alfiere del prestigio della Repubblica, fu attento all’inserimento del Paese nelle catene di crescita del valore a livello globale“, ricorda il presidente Mattarella, che prosegue:

Forte l’amicizia che coltivava con gli Stati Uniti d’America e saldi i suoi legami europei. Fermamente convinto che il nostro futuro fosse strettamente legato all’integrazione nel contesto occidentale e continentale fu, al tempo stesso, costruttore di relazioni che contribuirono a un clima di pace, con lo sviluppo, nei tempi del confronto Est-Ovest, di scambi economici anche attraverso iniziative assai rilevanti di cooperazione con Paesi a economia di Stato. Chiamato a svolgere la funzione di senatore a vita dal Presidente Cossiga portò in Parlamento una acuta sensibilità verso quelli che riteneva essere gli interessi comuni della società italiana, scandagliati nei loro diversi aspetti dalla sua inesauribile curiosità. La sua esperienza nei più diversi consessi internazionali lo portò a sollecitare l’attenzione degli attori politici e del mondo produttivo sulle vaste trasformazioni in atto e sulle conseguenze della globalizzazione, puntando ad unire obiettivi dell’impresa e progresso della società, puntando a una condivisa ‘governance’ del ‘mondo largo’.

Sono queste le parole commemorative del Capo dello Stato, che si sofferma poi su uno degli ultimi interventi pubblici dell’imprenditore e senatore a vita, a Palazzo Giustiniani: lì Agnelli, un anno prima della sua scomparsa, pose l’accento sulla necessità di percorrere, insieme alle altre Nazioni, un “cammino comune”, basato sul rispetto e sulla valorizzazione reciproci e teso alla lotta contro ogni genere di povertà. Rileggere le sue parole oggi, “mentre l’Europa è tornata a essere teatro di guerra, di aggressione contro la libertà dei popoli, può indurre a un sentimento di scoramento” conclude Mattarella, ricordando però anche la fiducia richiamata dal messaggio di Agnelli, che definisce “ostinatamente attuale”.