Secondo giorno del viaggio ufficiale di Giorgia Meloni in Algeria che arriva sei mesi dopo quello del suo predecessore Mario Draghi. Si tratta di una missione molto importante: in ballo, infatti, c’è la partita italiana sul gas, tanto che a far da scudo alla premier c’è anche l’amministratore dell’Eni Claudio Descalzi. Ma la cornice della visita, fanno notare da Palazzo Chigi, è anche, e soprattutto, quel Piano Mattei per l’Africa annunciato dal presidente del Consiglio durante il suo discorso di insediamento alla Camera. Vediamo i dettagli
Secondo giorno del viaggio in Algeria per Giorgia Meloni: i temi trattati e gli incontri previsti
Giorgia Meloni è atterrata ad Algeri ieri nel pomeriggio ed è stata accolta in aeroporto dal primo ministro algerino Aimen Benabderrahmane. Subito ha depositato una corona di fiori al Monumento del Martire e visitato la nave della Marina militare italiana «Carabiniere» nel porto di Algeri prima della cena tra i due primi ministri. Oggi l’omaggio a Enrico Mattei nei giardini intitolati al fondatore dell’Eni e inaugurati nel novembre 2021 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La giornata è la più importante: è prevista infatti firma degli accordi tra soggetti privati, 4 intese+1. Poi seguirà il pranzo nel Palazzo presidenziale, ma il rientro a Roma, fanno sapere dal suo staff, verrà anticipato di qualche ora rispetto alla programmazione iniziale “per una serie di impegni che attendono Meloni” nella Capitale. La missione si muove sui binari dello sviluppo economico ed energetico. Nel primo semestre 2022 l’Algeria è diventata il primo fornitore di gas naturale dell’Italia, un partner fondamentale (il primo per il nostro Paese nel continente africano) per superare la dipendenza energetica da Mosca. Ad aprile Algeri aveva assicurato all’Italia una fornitura di 9 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas fino al 2024, di cui 3 miliardi già per questo inverno. A luglio, a ridosso della visita di Draghi, i vertici di Sonatrach, la società di Stato algerina che opera nel campo dell’energia, avevano anticipato l’invio di altri 4 miliardi di metri cubi aggiuntivi, numeri fondamentali nella strategia attuata dal governo Draghi per affrancare l’Italia dal Cremlino anche se, va ricordato, Italia e Algeria sono schierati su due fronti diversi rispetto al conflitto ucraino. Il Paese nordafricano, storico partner di Mosca e suo terzo compratore di armi, all’Onu in aprile si è astenuta sulla mozione contro la Russia e ha votato ‘no’ a quella per sospenderla dal Consiglio dei diritti umani. “L’Algeria è amica di tutti i Paesi, tranne di quelli che non lo vogliono: non dipende da alcuna orbita diplomatica”, ha affermato nei giorni scorsi il presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune, che proprio oggi riceverà Meloni. Ad accompagnare la premier ad Algeri c’è anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: l’obiettivo è quello di tessere una rete di relazioni commerciali finalizzate allo sviluppo del cosiddetto Piano Mattei, alla base del quale ci sarebbe ci sarebbe l’idea di creare uno “spazio di stabilità e di prosperità condivisa” nei Paesi africani, anche per affrontare in modo strutturale il problema dei migranti (che però, per lo meno questa volta, è rimasto molto sottotraccia). La volontà del governo, fanno sapere da Palazzo Chigi, è di lavorare con prudenza, un tassello dopo l’altro, con la prospettiva di lungo periodo che vede l’Italia hub energetico del Mediterraneo (non solo di gas ma anche di idrogeno verde), ponte decisivo e anello di congiunzione fra Africa ed Europa.