Bentornati nel medioevo digitale, come ha definito la direttrice del Quotidiano Nazionale Agnese Pini il periodo che stiamo vivendo. Prende spunto dall’episodio che vede protagonista Giuseppina Giugliano, collaboratrice scolastica di 29 anni di Napoli, assunta a tempo indeterminato al liceo artistico Boccioni di Milano, che preferisce fare la pendolare che vivere nel capoluogo lombardo. “Spendo meno andando su e giù con il treno che pagare un affitto”. Apriti cielo. All’inizio si registra un’ondata di solidarietà ma dura poco. C’è chi comincia a fare i conti e affibbia a Giugliano la patente di bugiarda. Vengono fatti i conti e per molti è impossibile che costi meno un abbonamento al treno che una stanza in affitto.
Il caso della collaboratrice scolastica travolta dalla gogna mediatica
Poi un utente di Facebook scrive di aver sentito la preside della scuola affermare che la collaboratrice scolastica è un’assenteista. “In men che non si dica, insomma, il vento della calunnia è già diventato un tornado. Il tribunale del popolo ha già emesso la sentenza: Giugliano è una bugiarda, Giugliano non lavora. Qualche minuto dopo, questa volta su Twitter, un altro utente dice di aver sentito insegnanti della scuola (tutti ovviamente anonimi, perché la calunnia è sempre anonima) confermare l’anonima versione” scrive la direttrice Pini.
Il chiacchiericcio è diventato l’unico tema in discussione “ignorando completamente l’unica cosa su cui ci sarebbe stato da dibattere. E da riflettere. E cioè che una paga da 1.165 euro al mese non è dignitosa in un Paese cosiddetto civile” afferma la giornalista. Siamo in pieno medioevo digitale. Serve un rinascimento della parola nell’epoca delle offese e delle invettive, in poche parole nella fase acuta dell’umiliazione del linguaggio.
Stefano Bisi