SCARPINATO MATTEO MESSINA DENARO – Roberto Scarpinato è intervenuto in collegamento durante la trasmissione In Onda, condotta da Concita De Gregorio e David Parenzo su La7. L’ex PM Antimafia del Movimento 5 Stelle si è espresso sull’argomento più caldo degli ultimi giorni: i punti oscuri dell’arresto di Matteo Messina Denaro.
Scarpinato: “Matteo Messina Denaro protetto al di là del sistema mafioso”
Scarpinato è convinto che il boss abbia goduto di particolari “protezioni ad altissimo livello“. Ed è ciò che pensano in molti da quando è scattata la sua cattura. Tanti non si capacitano per quale motivo nessuno si sia accorto della presenza in città di Matteo Messina Denaro che girava indisturbato.
Il pensiero di Roberto Maria Ferdinando Scarpinato in TV: “Negli anni abbiamo visto l’arresto di diversi esponenti delle Forze di Polizia e degli apparati dei servizi, quindi non si tratta solo di protezioni locali o di professionisti collusi. È una protezione di sistema perché Messina Denaro conosce i segreti delle Stragi e gode quindi di un sistema di protezione che va al di là di quello mafioso“.
Il politico ed ex magistrato italiano, oggi senatore della XIX legislatura per il Movimento 5 Stelle “Mi riferisco ad apparati di servizi e Forze di Polizia, strutture che hanno coperto anche le Stragi di Brescia e Bologna. La politica va e viene, queste strutture sono invece radicate all’interno dello Stato. Dentro lo Stato legalitario, dove ci sono tantissimi funzionari fedeli allo Stato, c’è anche uno Stato profondo che risponde ad altri generi di potere“.
L’Italia Intera ha esultato, perché finalmente è stato consegnato alla giustizia uno dei più efferati stragisti e ultimo boss della Mafia, ma gli stessi italiani continuano a chiedersi come sia stata possibile la sua lunghissima latitanza. Stando a quando si è appreso, è stato proprio il boss a decidere di farsi catturare dalle Forze dell’Ordine. La prova di ciò, sarebbero una serie eclatante di errori commessi da lui. Scarpinato ha precisato: “Messina Denaro non è più Diabolik come l’avevamo battezzato, cioè un capomafia estremamente raffinato che riusciva a sfuggire a tutte le indagini. Ha iniziato a commettere una serie di errori da dilettante: usare il telefonino, chattare. Perché evidentemente aveva deciso di lasciarsi prendere“. Ha aggiunto inoltre: “Se passa l’idea che con l’arresto di Matteo Messina Denaro la Mafia sia stata sconfitta, la legislazione antimafia è a rischio. La borghesia mafiosa non ha bisogno di sparare, se si toccano le norme rimarrà impunita. Credo che la cattura possa essere vista come uno scambio di prigionieri. Occorrerà abolire il 41 bis, questo è il prossimo step“.
Dubbioso anche Giuseppe Cimarosa, nipote di Matteo Messina Denaro
A essere sospettoso, anche l’attore di teatro, nonché nipote di Matteo Messina Denaro, Giuseppe Cimarosa. Dopo aver definito la cattura “come una carezza sul cuore“, ha commentato così la notizia: “La polemica credo che sia fondatissima. A chiunque può sembrare strano: è veramente impossibile che per un anno e mezzo questa persona sia entrata in una clinica molto conosciuta, per di più nel centro di Palermo, e nessuno si sia mai chiesto chi fosse. Magari non tutti, ma c’era certamente chi lo sapeva e taceva vuoi per paura o perché la copertura di Messina Denaro era molto solida. Si fa fatica a credere che nessuno sapesse nulla. Si muoveva evidentemente in modo agevole in questa parte della Sicilia da anni ormai. Anzi, mi viene il dubbio che non se ne sia mai andato“.