Matteo Messina Denaro, il dandy di Cosa nostra. Vestiti e profumi di marca. Sneakers griffate, occhiali, gioielli e pietre preziose. E poi viagra, preservativi e diverse ricevute di ristorante. Non si faceva mancare nulla Matteo Messina Denaro, l’ex primula rossa di Cosa nostra arrestato lunedì dopo 30 anni di latitanza.

Messina Denaro, Riina e Porvenzano: stessa Mafia ma stili di vita opposti

Estroverso, eccentrico e vanitoso. Un sessantenne che nonostante il tumore e i cicli chemioterapici sembra non mostrare il peso dell’età e della malattia. Al momento dell’arresto aveva al polso un Richard Mille del valore di 36 mila euro, indossava un montone Chelsea imbottito, berretto in pelle e cintura di pitone. Insomma Matteo Messina Denaro si conferma un “dandy”, così com’era stato descritto nella leggenda che ha accompagnato la sua clandestinità.

Uno stile di vita ben diverso da quello monastico condotto da Bernardo Provenzano e lontano anche da Totò Riina, marito fedele e innamoratissimo della consorte Ninetta Bagarella.

I boss corleonesi sono rimasti “viddani”, legati a quelle campagne dove sono nati. Da sempre avversi ai modi da viveur, come quelli del palermitano Stefano Bontade, Rinna e Provenzano non mangiavano aragoste ma pasta con le sarde, cicoria, caponata, cannoli e cassate.

Tra i beni sequestrati a Riina dopo il suo arresto, c’erano 3 società, una villa, 38 rapporti bancari e, soprattutto, numerosi terreni di cui si è accertata la disponibilità al capo mafia corleonese. “Se recupero pure un terzo di quello che ho, sempre ricco sono“, diceva Totò u Curtu, intercettato in carcere. Il patrimonio era ingente insomma ma ben nascosto.

Il boss di Castelvetrano, invece, ha sempre ceduto alla vanità. La presenza di preservativi, profumi e viagra nell’appartamento di Campobello di Mazara testimonia il passaggio di molte donne, al punto che si potrebbe ipotizzare una sorta di modernizzazione di Cosa Nostra che passa da una “evoluzione” del costume. Da “follow the money” a “cherchez la femme”.