Si chiamerà Sur (che in spagnolo significa sud) e sarà la nuova moneta unica comune tra Brasile e Argentina. Nata da un’idea del governo di Buenos Aires, si era scontrata in passato con le perplessità della Banca centrale brasiliana, prima che l’idea venisse resuscitata in concomitanza della rielezione di Lula alla guida del Brasile. L’obiettivo, ambizioso per la verità, è quello di sganciare l’economia dell’America Latina dal dollaro e porsi come nuovo conio alla pari dell’euro, dollaro, yen e franco francese ancora punto di rifermento nell’Africa occidentale. Ma prima ancora c’è la volontà di rafforzare il commercio tra i due giganti del Sudamerica che nei primi 11 mesi del 2022 ha superato i 26 miliardi di dollari di interscambio, in aumento del 21 percento.
Il Sudamerica come l’Europa. Brasile e Argentina (per ora) pensano alla creazione di una moneta unica. Tutti i dettagli
La proposta riguarda solo i due Stati del Sudamerica ma, se e si estendesse a tutta l’America latina, così come nell’idea dei promotori, rappresenterebbe il 5 percento del pil globale. Nata da un paio d’anni, l’idea si è concretizzata negli ultimi mesi con una serie di incontri tra i ministri dell’Economia argentino e brasiliano. Con l’arrivo di Lula alla guida del Brasile, l’Argentina ha di nuovo rilanciato la proposta che sarà affrontata il 25 gennaio nella visita che il nuovo presidente compirà a Buenos Aires. Un viaggio previsto e che fa parte della consuetudine storica del Brasile: la prima trasferta del Capo di Stato è sempre dedicata al suo vicino. Solo Jair Bolsonaro l’aveva interrotta: non voleva incontrare Alberto Fernández, è di sinistra. A livello logistico, almeno inizialmente, la nuova valuta sarebbe accettata in parallelo al real brasiliano e al peso argentino. “Ci sarà una decisione di iniziare a studiare i parametri necessari per una valuta comune, che includono tutto quel che va dai temi fiscali alla grandezza dell’economia fino al ruolo delle banche”, conferma al quotidiano finanziario il ministro dell’Economia argentino Sergio Massa. “Non voglio creare false aspettative…è un primo step di una lunga strada che l’America latina deve percorrere”, conclude. Tra Brasilia e Buenos Aires esiste un fiorente traffico commerciale. Ma mentre il Brasile ha registrato un’economia in crescita nell’ultimo anno, l’Argentina continua a consumarsi nella sua eterna inflazione che sta sfiorando il 100 per cento e costringe la Banca Centrale a stampare denaro per finanziare la spesa. La quantità di valuta in circolazione negli ultimi tre anni di governo Fernández si è quadruplicata. Il nuovo conio sgancerebbe il paese dal dollaro e aprirebbe le porte ai mercati del debito internazionale ancora scottati dal default del 2020 e dalla mancata restituzione di 40 miliardi di dollari al FMI. Il tema sarà al centro del vertice della Comunità degli Sati latinoamericani e dei Carabi (CELAC) che riunirà martedì 33 paesi dell’area. Il nuovo clima politico creato in America Latina, con l’elezione di Borin in Cile e Petro in Colombia e adesso Lula in Brasile, dà maggiore concretezza al progetto.