Riscatto laurea, quando davvero si anticipa la pensione di 4 anni pagando per gli anni di studi universitari? Per accedere all’istituto del riscatto della laurea previsto dalla normativa vigente, con costo agevolato soprattutto per i più giovani e i contribuenti che hanno preso il titolo negli anni rientranti nel sistema previdenziale “contributivo”, è necessario fare le giuste valutazioni. Prima tra tutte, quella della propria situazione contributiva e lavorativa. In questo modo si può ottenere il massimo vantaggio dalla spesa sostenuta per il riscatto, al netto del fatto che l’operazione può consentire anche un futuro assegno di pensione più elevato per il maggior numero di anni di contributi previdenziali riconosciuti. Vediamo, nel dettaglio, a chi conviene riscattare gli anni di studio universitari e a quali condizioni.

Riscatto laurea quando davvero si anticipa la pensione di 4 anni?

Un percorso di studi universitario standard di quattro anni, o di cinque per le altre lauree, nel caso si riscatti dietro sostenimento di un costo, può produrre l’anticipo dell’uscita da lavoro per andare in pensione per un numero di anni pari a quelli riscattati. E si può agganciare la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne 41 anni e 10 mesi) nel caso in cui la carriera contributiva sia iniziata prima dei 25 anni di età. Diversamente, può essere vantaggioso attendere la pensione di vecchiaia dei 67 anni, che ricadrebbe pressappoco alla stessa età della pensione anticipata. Ma anche per chi ha preso una laurea ed ha iniziato dopo i 25 anni di età, si può beneficiare del riscatto laurea guadagnando quattro anni di contributi che farebbero ancora scegliere la pensione anticipata e non attendere quella di vecchiaia. È il caso del contribuente che ha iniziato a lavorare da quando aveva 26 anni ed ha svolto la sua attività in maniera continuativa: in questo caso, il riscatto della laurea di quattro anni farebbe scendere la sua età di inizio lavoro da 26 anni a 22, come se avesse iniziato a contribuire molto prima. Con questo strumento dell’Inps, dunque, il contribuente riuscirebbe a valorizzare tutto il periodo di studi. La scelta è da valutare attentamente, considerando i costi dell’istituto.

Ecco casistiche e costi per arrivare all’età o ai contributi necessari

Per i contribuenti che hanno iniziato a lavorare e a contribuire dopo il 31 dicembre 1995, la pensione verrà calcolata con il meccanismo contributivo. La legge consente a questi contribuenti di poter beneficiare del riscatto della laurea a un costo agevolato, ovvero considerando per il 2023 un esborso di 5.735 euro per ciascun anno da riscattare. Diversamente, il meccanismo classico di calcolo degli anni di riscatto (quello della riserva matematica), deriva dalla moltiplicazione dell’aliquota di computo delle prestazioni previdenziali – che per i lavoratori dipendenti è pari al 33% – con la retribuzione media degli ultimi 12 mesi precedenti la presentazione della domanda di riscatto e il numero di anni da riscattare. La scelta dell’uno o dell’altro metodo dipende anche dal momento in cui si effettua il riscatto: più è alto lo stipendio (mediamente, negli ultimi anni precedenti l’andata in pensione) e più è conveniente ricorrere all’opzione “low cost”, con esborso fisso per ciascun anno da riscattare. Inoltre, si ricorda che i lavoratori del sistema “contributivo” possono ricorrere alla pensione anticipata contributiva, maturabile a 64 anni di età e 20 mesi di contributi, purché la pensione futura sia 2,8 volte maggiore del trattamento minimo. Per il 2023, questa moltiplicazione raggiunge la soglia minima di poco più di 1.400 euro, ovvero 1.409,16 euro. Con il riscatto della laurea, gli interessati potranno mirare a raggiungere anche il risultato di avere maggiori contributi versati per arrivare alla soglia richiesta della futura pensione.