Un clochard è stato trovato morto per il freddo in un sottopasso vicino alla stazione Centrale di Milano.
L’uomo sarebbe la sesta vittima accertata a causa del gelo degli ultimi giorni.
Ecco cosa è successo al senzatetto e quali sono gli interventi messi in atto dal Comune di Milano.
Clochard morto per il freddo a Milano, la vicenda
Il corpo senza vita del senzatetto è stato ritrovato sul suo giaciglio nella tarda serata di ieri, sabato 21 gennaio 2023.
L’uomo senza fissa di mora aveva tentato di trovare un riparo dal gelo in un sottopasso nei pressi della stazione centrale di Milano, tuttavia, le rigide temperature registrate negli ultimi giorni non gli hanno dato scampo.
A trovare il suo corpo senza vita e a lanciare l’allarme sono stati i volontari di un’associazione che distribuisce bevande calde ai senzatetto.
Quando i sanitari del 118 sono arrivati nel sottopasso Mortirolo, l’uomo era già morto.
Per il medico legale giunto sul posto, è esclusa la possibilità che l’uomo possa essere morto per altre ragioni. Sul corpo, non sono stati trovati segni di violenza. L’ipotesi più probabile resta quella del decesso per arresto cardiocircolatorio causato dal freddo.
Secondo i primi accertamenti si tratterebbe di un uomo senegalese di età compresa tra i 50 e i 60 anni, la cui identità rimane ancora ignota.
I Carabinieri sono al lavoro per risalire all’identità dell’uomo e accertare le reali cause del decesso.
Le rigide temperature delle ultime notti a Milano, hanno provocato la morte di altri due senzatetto per le vie del capoluogo lombardo.
Si tratterebbe della sesta vittima in Italia in pochissimi giorni. Prima di lui, un clochard di 67 anni è stato trovato senza vita a Ostia nella pineta di Castel Fusano, mentre, altri tre decessi si sono registrati a Roma.
Il “Piano Freddo” messo in atto dal Comune di Milano
La notizia del clochard deceduto a Milano per il freddo è stata commentata dall’assessore Politiche sociali Lamberto Bertolè, che l’ha definita “una tragica morte“.
L’assessore ha spiegato che nelle ultime settimane sono state intensificate le uscite delle unità mobili coordinate dal Comune al fine di offrire ai senzatetto un posto caldo in cui alloggiare.
Per affrontare questa situazione è stata aperta una struttura temporanea in via Sammartini.
Per Lamberto Bertolè, si tratta di una possibile soluzione “per rispondere all’emergenza che riguarda gli invisibili che arrivano a Milano con la speranza di proseguire il loro viaggio verso il Nord dell’Europa e che aspettano la loro opportunità proprio nei pressi della stazione”.
Inoltre, l’assessore alle Politiche Sociali ha aggiunto:
“Fantasmi che per il Governo e secondo le leggi italiane ed europea non esistono. A loro non vengono chiesti i documenti o permessi di soggiorno ma viene solo offerto un riparo. E con il piano freddo che è un dispositivo salvavita sono state accolte oltre 600 persone in un mese e mezzo, oltre ai circa mille posti ordinari aperti tutto l’anno”.
Infine l’assessore ha concluso dicendo:
“Cerchiamo di dare una risposta temporanea e ogni volta che non riusciamo a superare il muro della diffidenza è per noi una sconfitta. Non significa che non continueremo ad essere presenti e a provarci, sperando di non essere lasciati da soli in questa sfida”.
Anche il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, ha espresso il suo pensiero in merito alla necessità sempre più imminente di trovare un posto caldo a tutti coloro che non hanno un tetto:
“Tra le tante emergenze italiane ci dovrebbe essere anche quella per i più fragili. Morire di freddo perché si è senza dimora è inaccettabile”.
L’ultimo censimento dell’Istat ha segnalato la presenza di oltre 96mila persone senza fissa dimora.
In proposito Valastro ha aggiunto:
“C’è una situazione che è fuori controllo, segno di un’impotenza a dare risposte concrete che siano vicine al trovare soluzioni. Le persone senza dimora continuano a essere non solo numerose ma lasciate in una condizione di quasi abbandono, nonostante l’aiuto che ricevono da parte delle associazioni di volontariato. La Croce Rossa è attiva con servizi di assistenza e spesso rappresenta l’unica forma di sostegno”.