Negli ultimi anni, pieni di test liberi, la Formula 1 ha imparato a prendere confidenza con i simulatori, investendo sui migliori che possano ricreare tutti gli scenari di un weekend di gara. Allo stesso modo pure la progettazione ha iniziato ad utilizzare mezzi come gallerie del vento e CFD, strumenti che possono testare l’aerodinamica delle vetture senza che esse scendano in pista.

Ma per quanto queste tecnologie siano evolute non sono perfette, e a risentirne è la macchina che in pista porta prestazioni che discostano dai dati del simulatore, ad esempio come è successo con l’effetto porpoising.

Ad analizzare la situazione il Team Principal della Rossa, Frederic Vasseur.

Simulazioni e simulatori sono i nostri strumenti migliori. Il tasso di sviluppo è estremo, grazie a questi mezzi. I team ora possono usare con sicurezza la tecnologia di simulazione per influenzare ciò che avviene durante il weekend di gara. Il team in fabbrica esegue simulazioni di assetto per tutta la notte, dopo aver raccolto i dati in pista al venerdì. Si delibera quindi un assetto più performante prima delle libere del sabato mattina. I quattro pilastri delle prestazioni sono galleria del vento, CFD, simulatore e la vettura. E ognuno di essi deve funzionare in maniera efficace per rendere l’insieme performante”

Vasseur: “Le variabili in pista possono portare all’errore”

Le simulazioni analizzano tutte le possibili variazioni di assetto, incluse le ali, l’altezza di marcia, le sospensioni e così via. Ma poi c’è l’evento in pista vero e proprio, che offre una moltitudine di variabili difficili da prevedere. I team devono quindi bilanciare costantemente teoria e pratica. Oggi la teoria è molto vicina alla realtà, molto di più rispetto a qualche anno fa. Le squadre ci si affidano maggiormente, ma affermare che possa fornire tutte le risposte è ben lontano dalla verità. Se il delta del simulatore si discosta di un solo punto percentuale, rischi di trovarti in testa o in coda. Una minima differenza percentuale tra simulazione e pista può fare una differenza enorme