Non c’è pace per Joe Biden a cui il Dipartimento di Giustizia degli USA ha sequestrato ulteriori sei documenti classificati dopo aver perquisito la sua casa di Wilmington, nello Stato del Delaware. Stando a quanto si apprende dall’avvocato dello stesso presidente degli Stati Uniti, alla giustizia americana era stato concesso un controllo limitato alla casa, eppure tanto è bastato per avere nuovi materiali dopo i ritrovamenti degli ultimi tempi.

La ricerca all’interno della casa del presidente pare sia durata addirittura tredici ore, al termine delle quali come anticipato c’è stato il ritrovamento di sei documenti di cui ancora non si conosce il contenuto; il danno maggiore per Biden è tuttavia politico perché fa il paio con quanto accaduto anche a Donald Trump contro cui si è scatenata l’intera critica oltre ovviamente ad un ulteriore danno di immagini agli occhi degli elettori.

Usa, documenti classificati a casa di Biden: gli scenari politici

Il ritrovamento di documenti segreti nella casa di Wilmington sancisce per Joe Biden l’inizio di una pressione politica che da qui ai prossimi mesi potrebbe segnare il destino della politica statunitense. Va ricordato che il tema principale della questione riguarda non tanto la natura del materiale ritrovato quanto più l’atto stesso di essere in possesso di tale documentazione: dalle prime informazioni risulta addirittura che uno dei documenti faccia riferimento al periodo in cui alla Casa Bianca vi era Barack Obama e dunque Biden svolgeva l’attività di vicepresidente, ossia dal 2009 al 2017, mentre un altro file riguarda l’attività di senatore svolta nel periodo 1973-2009.

Dal punto di vista politico, come anticipato, per Joe Biden sarà ora complicato preparare la propria candidatura alle prossime elezioni del 2024 anche perché il paragone con Trump assume caratteri sempre più marcati. Va ricordato che in circostanze simili, il Tycoon dopo la perquisizione a Mar a Lago si era rifiutato di consegnare i documenti ritrovati; dal canto suo, l’attuale presidente degli Stati Uniti anche attraverso il proprio avvocato Bob Bauer ha invece provato a collaborare “avvertendo” il Dipartimento di Giustizia seppur in ritardo visto che i primi ritrovamenti arrivano nel periodo delle elezioni midterm.

Un atteggiamento che di certo non basta a giustificare il possesso di Biden di tale documentazione, anche perché a prescindere l’atto rappresenta un reato in quanto è il National Archives a dover custodire materiali di questo genere.