L’Assemblea del Pd segna l’inizio di un nuovo capitolo per il partito ed Enrico Letta ha voluto dare il via all’evento ricordando i temi principali sul tavolo. Il leader dem ha infatti preso parola per fare una sorta di riepilogo degli ultimi tempi “bui” del partito nel corso del quale, almeno a sua detta, sono stati tanti coloro che hanno provato a scavalcare il Pd nel tentativo di sostituirsi a quest’ultimo all’interno della politica italiana.

Partendo proprio da questa considerazione, Enrico Letta ha affermato:

Questo è stato un periodo duro per tutti noi e in particolare tra i più duri della nostra storia. C’è stato un tentativo di sostituirci. Il tentativo di sostituire il Pd è fallito.

Un messaggio che serve da monito e buon auspicio anche per il prossimo segretario del partito, sul cui ruolo è stato lo stesso Letta a volersi soffermare a lungo. Il leader dem al suo ultimo discorso in queste veste ha sottolineato le difficoltà ma anche i doveri di un segretario; non è mancata una nota amara nell’evidenziare il peso di certe responsabilità ma anche in questa criticità Letta ha saputo offrire un augurio speciale ai 4 candidati del futuro:

È giusto che chi ha guidato il partito al risultato elettorale sia rimasto a guidare questa fase, una fase in cui, dopo una sconfitta elettorale, si prendono solo colpi… Ed è quello che ho accettato di fare, lo farò fino in fondo proprio per consentire a voi 4, mi riferisco ai 4 candidati, di risolvere quello che siamo e rilanciare la nostra storia e riscriverne una nuova.

Assemblea Pd, Letta ai futuri segretari: “Non costruirò un partito alternativo”

Procedendo nel suo intervento, Enrico Letta si è concentrato ulteriormente sulla figura del segretario andando a delineare un vero e proprio “vademecum” delle azioni che spettano o non spettano a colui che viene incaricato di tale ruolo. Compiti e azioni che necessariamente devono combaciare con una linea del partito univoca e che sappia agire come un vero gruppo, un aspetto che forse nella recente “era” del Partito Democratico è sembrato venire un po’ meno.

Proprio a proposito di questo punto, Letta ha affermato:

Il lascito principale è la forza di cambiare una cosa, complicata: il segretario del nuovo Pd non può passare l’intera giornata a mettere tutte le energie in una composizione degli equilibri interni e poi, a fine giornata, con le energie residue, pensare a cosa dire agli italiani. Così non può funzionare, così siamo condannati.

Poi una puntualizzazione che guarda anche a coloro che hanno scelto di abbandonare il Pd:

Il segretario deve avere il tempo, dalla mattina, di lavorare a cosa dire agli italiani. È fondamentale. Esco da segretario ancora più innamorato del Pd di quando ho iniziato il mio lavoro da segretario. Vi assicuro che non costruirò un nuovo partito alternativo al Pd…

Enrico Letta spiega le origini del Manifesto

Naturalmente, il tema centrale dell’Assemblea riguardava il nuovo Manifesto dei valori sul quale Letta si è soffermato per spiegarne le origini e lo scopo. A quest’ultimo come il leader dem stesso ha precisato ha contribuito anche Roberto Speranza con l’obiettivo di portare modernità al Partito Democratico:

Io e Speranza siamo gli unici responsabili. Il lavoro del Comitato costituente è stato fondamentale, un contributo che ci ha consentito di arrivare dove siamo. Ma siamo troppo rispettosi della loro competenza e della loro autonomia intellettuale per obbligarli a un passo ulteriore. È fondamentale oggi approvare un testo e che rappresenta un grande passo avanti. È un Manifesto di grande modernità ed è la base politica del nuovo Pd. Chi lo vota, vota a favore della base politica della nascita del nuovo Pd, a tutti gli effetti. È un testo netto, molto forte, equilibrato che consente al Pd di espandersi e che ci fa essere la grande forza politica di equilibrio istituzionale del Paese.