Matteo Messina Denaro crimini. Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra arrestato a Palermo il 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza, è imputato per altre decine di omicidi. Di alcuni è stato il mandante, mentre di altri è accusato di essere l’esecutore materiale.
Matteo Messina Denaro crimini
Secondo pentiti e inquirenti, Messina Denaro avrebbe la chiave di alcuni dei crimini più efferati commessi dalla mafia siciliana, tra cui gli attentati che hanno ucciso i leggendari magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel 2002 era stato condannato in contumacia all’ergastolo per aver personalmente ucciso o ordinato l’omicidio di decine di persone.
I primi omicidi
Nel 1989 il padre Don Ciccio lo coinvolse negli omicidi di quattro uomini, strangolati e poi sciolti nell’acido, perché si erano opposti alle sue decisioni e quindi alle strategie mafiose trapanesi e corleonesi. Le mani sporche di sangue nel 1991 poi per l’omicidio di Nicola Consales, vice-direttore di un albergo di Triscina, dove lavorava una ragazza austriaca di cui Matteo si era innamorato. Messina Denaro fu tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Vincenzo Milazzo (capo della cosca di Alcamo), che aveva cominciato a mostrarsi insofferente all’autorità di Riina. Dopo pochi giorni dopo, strangolò barbaramente anche la compagna di Milazzo, Antonella Bonomo, che era incinta di tre mesi.
Il delitto più efferato
Tra gli omicidi legati a Messina Denaro di cui si è conoscenza, viene spesso citato come il più grave in assoluto quello ai danni di Giuseppe Di Matteo, il figlio dodicenne di un mafioso pentito, che fu rapito, tenuto prigioniero per due anni e infine ucciso l’11 gennaio del 1996 quando aveva 14 anni, strangolato e poi sciolto nell’acido. I dettagli di quell’omicidio furono raccontati anche da uno dei suoi esecutori materiali, Vincenzo Chiodo, durante un’udienza del processo a suo carico del 1998.