Docente trans risarcita: è soltanto l’ultimo licenziamento in ordine temporale dove il problema non è il merito, né la qualità del lavoro, ma altre vicende personali che niente hanno a che fare la professionalità. Tuttavia, la giustizia e la storia sembrano parteggiare per l’onestà. Giustizia è fatta per la docente del liceo Kennedy di Roma. L’insegnante cacciata perché trans non doveva essere licenziata lo dice una sentenza del Tribunale capitolino. Ne abbiamo parlato ad Open Day, su Radio Cusano Campus, con Antonella Palmitesta, psicoterapeuta e sessuologa. “L’orientamento sessuale non interferisce sulle capacità professionali delle persone, è il significato della storica sentenza sul caso. Il licenziamento non doveva avvenire, si sta procedendo col risarcimento dei danni morali – ha specificato la dottoressa Palmitesta – non uso mai il termine differenze. Quando si parla di minoranza sessuale dico sempre che c’è un sommerso enorme. La differenza tra una persona omosessuale e una persona che fa un percorso di affermazione di genere, quindi transgender, è che la persona omosessuale anche soffrendo potrebbe rimanere nascosta tutta la vita. Quando si fa un discorso di affermazione di genere questo è un percorso porta ad una trasformazione corporea. L’identità di genere si forma entro i tre anni, la persona non lo sceglie, è un corpo che non corrisponde al vissuto della persona, pertanto o si fa un percorso di adeguamento di genere o l’alternativa è non vivere.”
Docente trans risarcita: “Doppio stereotipo. Noi donne non possiamo andare oltre un certo grado in azienda“
Docente trans risarcita, Giovanna Cristina Vivinetto è anche una donna, e il problema di genere non è secondario. “Noto che una donna che fa un percorso di affermazione soffre il doppio stereotipo. Demansionare una donna che ha fatto un percorso in azienda è follia. Noi donne non possiamo andare oltre un certo grado in azienda. Il problema è frequente anche nelle relazioni interpersonali coi cari, la famiglia, un ragazzo o una ragazza che non comprende il mio vissuto, altro è se il problema mette a repentaglio la mia vita economica e lavorativa – ha aggiunto Antonella Palmitesta – è importante, in ogni caso, fortificarsi, caratterialmente e psicologicamente. Storie come questa ci fanno capire che lo stato italiano è dalla parte del giusto. Sono sicura aiuterà tante persone ad essere se stesse.”