Si riunisce oggi l’Assemblea del Pd per votare il nuovo Manifesto dei valori che segna uno degli elementi di discontinuità tra presente e passato. Il testo è stato approvato in tempo utile dal Comitato Costituente, tuttavia potrà essere modificato sia dopo il voto odierno che dopo la nomina del nuovo segretario.

L’Assemblea nazionale Costituente del Partito Democratico è convocata per il giorno sabato 21 gennaio 2023, dalle ore 10.00 alle ore 18.00 in modalità ibrida, con il seguente ordine del giorno: approvazione Regolamento per il congresso ed eventuali conseguenti armonizzazioni allo Statuto; presentazione lavori Comitato costituente e conseguenti determinazioni ex art. 55 Statuto; presentazione esiti documento ‘Bussola’.

Nota del Pd sui lavori di oggi

Assemblea Pd, i pilastri del nuovo Manifesto dei valori dem

Del nuovo Manifesto dei valori ha parlato anche Enrico Letta, segretario uscente del Pd, in vista dell’Assemblea. Intitolata “Italia 2030”, la nuova Carta sarà diffusa nei vari circoli dislocati sul territorio nazionale. Ma come ricorda il leader del Nazareno, “non ha effetti abrogativi sulla Carta dei Valori redatta in occasione della fondazione del Partito Democratico”. Ultime fatiche per il politico aretino prima di cedere il testimone.

Ma in che cosa consiste il nuovo Manifesto dei Valori? Sono cinque i punti salienti che costituiscono la nuova identità Dem: politiche sociali, relazione con l’Europa, tutela dei diritti, lotta al cambiamento climatico e difesa della Costituzione. Vediamoli ora nel dettaglio.

In ordine cronologico per articoli, la Carta si apre con la frase che sottolinea come il Paese sia espressione della forza dei legami sociali costruiti al suo interno. Giustizia sociale, inclusione e uguaglianza i pilastri, ma anche una maggiore partecipazione dei cittadini nella vita politica, grazie a un’economia dinamica e a politiche di welfare efficaci e incisive. Per ottenere tutto ciò serve uno Stato “regolatore e innovatore, in grado di intervenire quando serve.

L’Europa “è la nostra casa comune, la nostra protezione, la nostra opportunità. La posizione non può essere espressa in maniera più chiara e rappresenta una netta continuità con il corso in via di conclusione. L’integrazione con Bruxelles persiste a dispetto di una serie di episodi che hanno minato la credibilità europea, tra guerra in Ucraina e scandali interni. A proposito del conflitto, si rimarca che “la difesa della pace, della democrazia e dei diritti umani rimane prioritaria”.

Segue poi all’articolo 3 la tutela del principio di uguaglianza dei cittadini, e dunque della difesa dei diritti umani. Maggiore integrazione delle nuove culture, a partire dalla comunità Lgbtq, contrasto alla povertà dilagante e garanzia di dignità individuale. In tal senso sono centrali gli elementi principali del welfare come sanità e istruzione.

Lotta al cambiamento climatico, come monito a farsi carico a livello politico (insieme ad altri partiti che già presentavano questa mission) di un atteggiamento volto a “evitare continui ritardi o tentennamenti” quando non c’è più tempo da attendere. Nel Manifesto si parla di “giustizia climatica” come sottobranca della giustizia “sociale”, ma si cita anche il ruolo dei giovani e delle imprese in tale processo di transizione.

Infine, difesa dei valori promossi dalla nostra Costituzione, a cominciare dal rifiuto della logica presidenzialista. Logico per un partito che annovera la parola “democratico” nella sua espressione più pura. Sì all’equilibrio orizzontale e trasversale, a cominciare dal principio di rappresentanza e all’allargamento della partecipazione a quanti più soggetti possibili.