Angela Manca, mamma di Attilio Manca, ha parlato all’indomani della pubblicazione della relazione della Commissione parlamentare Antimafia dove si afferma che la morte di Attilio Manca “è imputabile a un omicidio di Mafia“. La vittima, è l’urologo di Barcellona Pozzo di Gotta (Messina) ucciso il 12 febbraio del 2004, all’età di 34 anni, che da meno di due anni lavorava all’ospedale di Belcolle.
La madre di Attilio ha affermato: “Io ho sempre detto ed è davvero doloroso, a quasi diciassette anni dall’assassinio di mio figlio, leggere le parole del difensore di Monica Mileti, che conferma definitivamente che la Procura di Viterbo e il PM Petroselli in questi anni hanno operato solo per occultare la verità e mettere una pietra tombale sull’omicidio di Attilio. Oggi nessuno ha più alibi: ci sono stati organismi istituzionali che hanno voluto nascondere i fatti, e per questo hanno fatto la guerra contro di noi, che non volevamo permettere che la memoria di Attilio fosse infangata in modo così indecente. Mi auguro che la Corte di Appello di Roma domani si renda conto che il processo a Monica Mileti celebrato a Viterbo è stato molto più che scandaloso e decida finalmente di sentire i pentiti che hanno parlato dell’omicidio di Attilio. E mi auguro che la Procura di Roma capisca che, da questo momento, ha l’obbligo giuridico e morale di interrompere il colpevole negazionismo mantenuto fino a poco tempo fa e a dedicarsi, come è suo dovere, a individuare e perseguire gli assassini di mio figlio Attilio. Infine, mi auguro che la Commissione Antimafia, decida di riscattarsi rispetto alle abbiette conclusioni raggiunte nella precedente legislatura con la relazione di maggioranza prodotta dalla Presidente Bindi con l’avallo vergognoso del senatore Luigi Gaetti, che in pieno conflitto d’interessi arrivò perfino a redigere una incredibile consulenza ancora oggi nascosta per convalidare i depistaggi della Procura di Viterbo“.
Attilio Manca Mafia, la madre affida il suo pensiero ai social
Angela Manca si è sfogata con un post sul suo profilo social:
“Erano convinti di aver seppellito la verità assieme ad Attilio, senza immaginare che l’avevano coperta con un semplice velo. Era sotto gli occhi di tutti, solo loro non volevano vederla. Adesso è tutta fuori, chiara, lampante, con i nomi di quei personaggi istituzionali che hanno depistato, insabbiato, lasciando che la memoria di Attilio venisse infangata. Oggi è un giorno importante per noi familiari, per tutti gli amici che in questi anni ci avete sostenuto, ma soprattutto per coloro che ancora credono nella verità e nella giustizia“.
La donna ha sostenuto più volte che la verità sulla morte del figlio è stata occultata per anni. Solo un giorno aveva scritto: “Nonostante il dolore immenso che mi accompagna tutti i giorni della vita, sono fiera della scelta di mio figlio Attilio, che ha sacrificato la sua vita per non sporcare il suo nome e la sua dignità“.
E due giorni fa: “Sempre più convinta che presto sapremo la verità su Attilio. Intanto, se non ci sono altri ostacoli, domani dovrebbe essere pubblicata la relazione della Commissione antimafia“.
Chi era Attilio Manca, il medico italiano ritrovato cadavere nella sua abitazione a Viterbo
Attilio Manca è stato un medito italiano. Ritrovato cadavere nella sua abitazione a Viterbo alle ore 11.00 di mattina del 12 febbraio 2004, l’autopsia sul suo corpo certificò la presenza nel sangue di eroina, alcol etilico e barbiturici. Furono trovati due fori sul suo polso sinistro, con tanto di siringa sul pavimento. Inizialmente il caso, ritenuto un’overdose, fu archiviato come suicidio. La madre Angela Manca e tutta la famiglia, non si sono mai arresi a quella sentenza. I genitori si opposero infatti all’archiviazione del caso, sostenendo che il figlio fosse stato ucciso per coprire un intervento subito da Bernardo Provenzano a Marsiglia. Quest’ultimo aveva infatti bisogno di un medico per curare il suo tumore alla prostata. Prima di partire per la Francia, dove sarebbe stato poi operato sotto falso nome, i suoi uomini avevano chiesto supporto a Manca, che però si sarebbe rifiutato di aiutarli. Tale ricostruzione finora, non aveva mai trovato riscontro nelle indagini, sebbene, anche in seguito all’ultima intercettazione, i genitori erano tornati alla carica per chiedere di riaprire il caso.
Oggi, la relazione della Commissione Antimafia, è un elemento in più a favore della famiglia Manca.