“Mi pare un dibattito in cui si faccia molta confusione tra utilità-inutilità delle intercettazioni e tra l’utilizzo delle intercettazioni da parte dei media. Si sovrappongono temi che devono restare profondamente diversi”, così il magistrato Stefano Musolino, sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.

Intercettazioni, il governo studia nuove misure

L’esecutivo ragiona su un pacchetto di norme per limitare la pubblicazione degli ascolti ritenuti “lesivi per la privacy”.

“Già adesso non possiamo intercettare per tutti i reati ma solo quelli di particolare gravità – spiega il Pm. L’intercettazione per altro è uno strumento molto limitato allo stato attuale a ragione del fatto che, come tutte le persone normali, ormai lo strumento telefonico non è più il mezzo attraverso il quale si avviano informazioni ordinarie. Tutti utilizziamo molto di più strumenti di comunicazione come whatsapp, telegram, social e così via. Già per le persone ordinarie pochissime comunicazione vengono trasferite attraverso il telefono. La maggior parte delle conversazioni tra persone che sono strutturalmente dediti alla delinquenza non avviene attraverso il telefono“.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio parlando al Senato ha sostenuto che i mafiosi che non parlano al telefono.

“Il telefono è utile per l’individuazione ad esempio di appuntamenti e momenti cruciali – continua Musolino – rispetto ai quali poter attivare o meno il trojan in modalità ambientale. Poi nel momento in cui fosse impedito di poter intercettare attraverso i telefoni, quelli sarebbe il momento in cui la criminalità inizierebbe ad usarlo. Il problema è molto più complesso perché riguarda modalità di comunicazione che sono diventate molto eterogenee già nella ordinarietà. Il 50% delle comunicazioni non avviene più per telefono ma avviene attraverso altri strumenti, pensate quale percentuale di persone dedite al crimine utilizzi il telefono. Il telefono quelle persone lo utilizzano effettivamente troppo poco ma questo non significa che bisogna le intercettazioni telefoniche ma bisogna ampliare la possibilità di intercettare comunicazioni a distanza rispetto a quelle telefoniche che sono ancora insufficienti per poter acquisire tutte le informazioni necessarie”.

Molti esponenti della maggioranza chiedono che venga limitato l’utilizzo dei trojan, un particolare tipo di malware che i criminali usano per prendere il completo controllo di un dispositivo elettronico, mobile o fisso.

“L’utilizzo delle intercettazioni ‘itineranti’, il trojan quale ambientale consentirebbe un’intercettazione – ipoteticamente non avviene mai – ma astrattamente h24. Però questo già l’ha detto molto bene la Cassazione nella famosa sentenza Scurato. Queste intercettazioni itineranti, aperta, senza limiti di spazio e di tempo può giustificarsi per forme di delinquenza particolarmente pervasiva in cui è lo stesso stile della persona a diventare reato. Rispetto invece ad altri, come quelli contro la pubblica amministrazione, la consumazione del fatto-reato è tendenzialmente destinata solo ad alcuni specifici momenti. Allora per tutta questa serie di reati pensare, ipotizzare delle riduzioni, dei limiti spazio-temporali dell’utilizzo di questi microfoni aperti sulla vita delle persone, mi pare sia una cosa molto ragionevole. Bisogna cercare sempre un bilanciamento di interessi, conclude il magistrato”.