La chiamano “la marcia per la vita”, o anche “la marcia della vittoria”. Si tratta della manifestazione che si tiene in America, degli attivisti contro la legge dell’aborto che si tiene ogni anno, dal 1973 a Washington. Da quando cioè fu legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. E quella che si terrà nelle domenica a Washington avrà un sapore diverso, “di vittoria”, come dicono i promotori dell’iniziativa, dopo la sentenza della scorsa estate con cui la Corte Suprema ha cancellato il diritto di abortire per le donne americane di 26 stati, come il Texas , il Missouri, il South Dakota, l’Indiana. “Noi proteggeremo i bimbi in grembo – promette Carol Tobias, la presidente della National Right to Life Committee, la più grande e vecchia organizzazione antiabortista americana – e lo faremo attraverso nuove leggi e nuovi servizi, perché l’aborto diventi impensabile”.

Usa: a Washington la marcia contro l’aborto per commemorare l’annullamento della sentenza Roe v. Wade

Ancora non basta, per gli oppositori alla pratica di interruzione di gravidanza, quanto è stato fatto anche se è stata una grande vittoria già l’annullamento della sentenza Row v. Wade del ’73, un passo importante per chi, in America, pensa che non sia giusto che una donna decida cosa fare del proprio corpo. Un salto indietro di 50 anni, un regresso per cui centinaia di migliaia di americani sentono il bisogno di manifestare la loro gioia e non hanno intenzione di fermarsi ma di portare avanti una battaglia perché l’abolizione di tale diritto si estenda a tutto il paese e non solo. In Florida, Nebraska, Virginia e North Carolina le organizzazioni antiabortiste stanno facendo pressione perché vengano approvate restrizioni più dure. In Arizona hanno provato a istituire una legge vecchia di duecento anni, che vieta ogni tipo di aborto. La così detta marcia per la vita sarà una manifestazione che si snoderà lungo tutta la giornata di domenica prossima, 22 gennaio, comincerà con il raduno alle 9 di mattina, le 15 in Italia, e che prevede un concerto, i comizi, la marcia vera e propria, dalle 13 alle 16, e poi il Dinner Gala per celebrare la vittoria alla Corte Suprema. Sono attese centinaia di migliaia di persone da tutta l’America.

Per il giorno della vittoria, la maggior parte sono elettori di Trump

Sarà il giorno in cui manifesterà gran parte della base elettorale di Donald Trump, primo presidente conservatore a partecipare alla marcia, nel 2020, in un tentativo di politicizzare l’evento. “I bimbi in grembo – disse – non hanno mai avuto un difensore più forte alla Casa Bianca”. Altri presidenti repubblicani prima di lui, come George H. W. Bush, George W. Bush e Ronald Reagan, si erano tenuti lontani.  Arrivano da tutto il Paese, in rappresentanza di scuole, college, organizzazioni antiabortiste. E poi c’è anche chi pensa che le manifestazioni di dissenso verso chi è promotore di una restrizione che evoca provvedimenti più vicini ai primi del 900 che all’epoca in cui viviamo, siano troppo decise e dure. “Io voglio poter far cambiare opinione ai ragazzi del campus – racconta per esempio al Washington Post Grace Park, che far parte di un gruppo studentesco cattolico del Massachusetts – c’è troppa animosità nei confronti di chi è pro-vita”. Il divieto di aborto è una restrizione che colpisce le donne, soprattutto le donne con possibilità economiche ridotte, che non hanno la possibilità di gestire al meglio le gravidanze e soprattutto il post, penalizza le donne che hanno una limitata capacità economica per poter crescere dei bambini che non desideravano, e le donne afroamericane. Per ogni donna bianca che vuole abortire, ce ne sono cinque nere. Il quaranta per cento delle interruzioni di gravidanza riguarda afroamericane. Il tasso di mortalità, secondo gli attivisti per i diritti delle donne, crescerà del 33 per cento tra le donne nere. Ma se è vero che le persone che manifesteranno per dire che sia giusto non concedere il diritto all’aborto, saranno centinaia di migliaia, a quanto pare in America ce ne sono ancora altrettante che pensano che la legge non andasse cambiata: il 62 per cento degli adulti sostiene che l’aborto dovrebbe tornare legale, contro il 36 per cento che resta convinto che dovrebbe restare un crimine.

Biden boccia l’annullamento al diritto di aborto, continuerò ad usare la mia autorità per proteggere le donne

“La mia amministrazione è risoluta nel suo impegno a difendere i diritti riproduttivi e continuare a progredire verso l’eguaglianza dei diritti di tutti” Lo ha detto Joe Biden in una nota in occasione del 50esimo anniversario della sentenza ‘Roe w Wade‘ che si celebra domenica. “In risposta alla decisione estrema della Corte Suprema”, di annullare il diritto all’interruzione di gravidanza, “ho emesso ordini esecutivi per garantire che i pazienti ricevano cure durante le emergenze mediche; proteggere l’accesso ai servizi di contraccezione e aborto e per migliorare la sicurezza di pazienti, fornitori e cliniche”, ha sottolineato il presidente americano ricordando i provvedimenti presi in questi nove mesi. “Continuo a chiedere al Congresso di approvare una legislazione che renda queste misure valide per tutte a livello nazionale – e’ l’appello di Biden – Fino ad allora, continuerò a usare la mia autorità per proteggere le donne e le famiglie dai danni provocati dalla decisione” della Corte Suprema.