Come capire se il miele è andato a male? E’ la domanda che la maggior parte delle persone inseriscono sul web in quanto nessuno ha mai saputo dare una risposta definitiva. Come tutti sanno, il miele è prodotto dalle api domestiche, l’alimento della trasformazione delle secrezioni dei fiori e dalle escrezioni di alcuni insetti; successivamente viene inserito negli alveari nelle arnie, a seconda che le api siano allo stato brado o in apicoltura.
Si tratta di un prodotto super calorico, ma allo stesso tempo è molto utile a contrastare infiammazioni e batteri. E’ caratterizzato infatti dalla sua azione antinfiammatoria, decongestionante e colagoga. Inoltre, è altamente energetico e digeribile, oltre ad essere ricco di minerali e vitamine. Considerato un alimento rivitalizzante poiché contiene enzimi, vitamine, oligominerali, sostanze antibiotico-simili e altre sostanze.
Come capire se il miele è andato a male?
Come tutti gli alimenti, anche il miele invecchia e quando ciò accade si perdono gli enzimi che contiene, la sua capacità antibiotica, le vitamine che possiede e il colore si fa sempre più scuro. Inoltre, andranno a diminuire tutti gli zuccheri semplici e aumenteranno, invece, i disaccaridi e l’acidità. Per avere dei dettagli più precisi al riguardo, esistono dei parametri attraverso cui misurare quanto sia rimasto all’interno dell’alimento di un enzima chiamato diastasi o amilasi e quanto è aumentata una molecola chiamata idrossimetilfurfurale derivante dalla degradazione del fruttosio. In conclusione, il miele andato a male perderà tutte le sue proprietà e i principi nutritivi. Un altro fattore da non sottovalutare è la sua fermentazione. Infatti, qualora il miele dovesse fermentare si può considerare andato a male.
Scadenza
La scadenza che si trova nella confezione sta a significare il fatto che il miele può, come già spiegato, invecchiare e ciò si può verificare a causa delle temperature troppo elevate o per l’esposizione alla luce diretta. Quando si verifica tale situazione, però, l’alimento non diventa nocivo tantomeno tossico, ma va a perdere le sue caratteristiche organolettiche.
Conservazione
Una volta aperto, il miele deve essere conservato in modo idoneo affinché la sua durata sia più lunga possibile. Basterà lasciarlo all’interno della confezione originale, altrimenti trasferirlo in un vasetto in vetro a chiusura ermetica. Il luogo della conservazione deve essere fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e luce diretta. Inoltre, sarebbe meglio non mettere l’alimento a contatto con altri cibi, poiché essi potrebbero alternare l’aroma e il sapore.
Cristallizzazione
Molti parlano di cristallizzazione del miele, ma cosa si intende con questo termine? Si tratta di un processo naturale che avviene quando il prodotto è di buona qualità e gli zuccheri si solidificano. Essa può avvenire a causa di 4 fattori:
- Percentuale di glucosio e fruttosio: maggiore è la concentrazione del glucosio, più possibilità ci saranno che possa avvenire la cristallizzazione.
- Percentuale d’acqua: più acqua contiene il miele e maggiore sarà la sua stabilità, quindi minore la precipitazione di cristalli.
- I nuclei di condensazione che sono dei singoli cristalli di glucosio, granelli di polvere o di polline o piccole bolle d’aria. Più alta è la presenza di questi nuclei e maggiore sarà la velocità di condensazione in quanto essi favoriscono la precipitazione degli zuccheri.
- Importanza della temperatura: più il clima sarà freddo e maggiore sarà la possibilità di cristallizzazione.
Il miele se cristallizzato non è nocivo, tantomeno dannoso per la salute dell’uomo. Tale fenomeno modifica soltanto l’aspetto del miele che sarà poco dolce, ma non avverranno modifiche riguardo alle sue proprietà nutritive. Quindi, il prodotto cristallizzato si può mangiare proprio come il miele liquido. Qualora si verificasse la cristallizzazione e si volesse sciogliere il miele, basterà metterlo a bagnomaria a una temperatura di 40 gradi o al forno microonde.