Vampirismo energetico. Quando si parla di vampiri la nostra mente va automaticamente a Bram Stoker e al conte Dracula, cioé a dei “non morti” che di notte vanno in giro a succhiare il sangue alle vittime. Ma il vampiro letterario è solo la metafora di un personaggio che realmente, e non succhia tanto il sangue fisico quanto quello “metaforico”: parliamo del vampiro energetico, che sfrutta si appropria dell’energia della persona vicina.
Tutti possiamo essere vittime di vampiri energetici e quasi sempre inconsapevolmente li invitiamo noi ad approfittarsi di noi. D’altronde anche nel romanzo Dracula è il dottor Van Helsing a spiegare che il vampiro ha potere solo se “invitato ad entrare” da qualcuno. I vampiri energetici possono essere amici, colleghi di lavoro o persino il proprio coniuge o partner.
Il vampirismo energetico provoca diversi danni psicologici, ecco come difendersi
E’ possibile riconoscere di essere vittime di vampiri energetici? Quando ci si è dentro non è facile, ma è possibile.riconoscere la cosa da alcuni sintomi evidenti. Il più evidente è la perdita di energia vitale. Quando non hai nemmeno voglia di alzarti dal letto e perdi interesse per qualsiasi cosa, anche per ciò che un tempo costituiva una tua passione. La vita non è diventata improvvisamente noiosa, semplicemente abbiamo a che fare con un vampiro energetico. Collegato a questo primo sintomo è quello dell’insoddisfazione che magari colleghiamo a stress o contrattempi, Non sono stress o contrattempi, ma vampiro energetico. Il passo successivo è l’incapacità di gestire la realtà, e quindi lasciar cadere le cose o sbagliare a scrivere numeri o cose simili. Infine, e questo è l’atto finale e più pericoloso, è l’autolesionismo. Spesso di matrice economica (il coniuge che svuota il conto), ma anche semplicemente energetico. Qui è quando il vampiro energetico fa leva sulla pietà della controparte per spillare soldi o semplicemente attenzione. A questo punto, prima di soccombere, bisogna affrontare il vampiro energetico.
Il vampiro spesso è ottuso e prepotente, spesso incute una tale pietà che, se la vittima è sensibile, preferisce dargli il sangue piuttosto che dire di no. Quest’ultima categoria va affrontata con rispetto ma anche con fermezza. L’errore è quello di soffrire in silenzio o ignorare con superiorità (altrimenti facciamo il loro gioco). Bisogna avviare un dialogo rispettoso ma franco, facendo loro capire che non sono al centro dell’universo. Gentilmente, ma fermamente, facciamo notare il peso delle loro azioni, e le conseguenze che portano. E soprattutto smettiamo di umiliarci e di mettere i nostri sentimenti al secondo posto. Altruismo non è mai autodistruzione. Così facciamo solo un danno, alimentando l’ego del vampiro energetico che, una volta finito con noi, passerà alla prossima preda.
Eugenia Tinghi