Un professore di una scuola superiore di Modena, l’istituto “Fermo Corni”, ha accusato un malore durante un alterco con un paio di studenti indisciplinati. Stando a quanto riportato, il docente avrebbe chiesto ai due ragazzi di spegnere le sigarette, verosimilmente accese per scherno, salvo ricevere in cambio offese e derisioni verbali via via sempre più pesanti.

Nel cortile della scuola sono intervenuti i soccorsi del 118 e la polizia locale: l’uomo si trova in osservazione al Policlinico di Modena mentre la lente di ingrandimento si sposta ora sui due alunni, i quali rischiano una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale.

Professore colto da malore a Modena, la ricostruzione dei fatti

L’episodio sarebbe accaduto in alcuni locali in prossimità dei bagni (dunque non nelle aule come inizialmente ipotizzato). Sta di fatto che il professore di Modena ha chiesto ai ragazzi di spegnere le sigarette e di recarsi in classe, ricevendo in risposta insulti gratuiti: nel tentativo di far valere la propria autorità, l’uomo ha alzato i toni salvo accusare un malore e accasciarsi al suolo.

In attesa degli accertamenti da parte degli inquirenti, i vertici dirigenziali dell’istituto (che non hanno commentato l’accaduto) hanno convocato i genitori dei due studenti nella giornata di ieri. L’ipotesi più probabile è che i ragazzi siano denunciati, in quanto il professore si trovava all’interno dell’edificio scolastico e va dunque ritenuto dal punto di vista giuridico un pubblico ufficiale.  

Ultimo caso di episodi analoghi

Ci sono altri due episodi dalla dinamica analoga legata all’insubordinazione degli studenti nei confronti dei docenti. Ieri, all’Istituto Remondini di Bassano del Grappa (Vicenza), uno studente di 16 anni è stato trovato in possesso di una pistola scacciacani priva del tappo rosso obbligatorio per legge. Scoperto dall’insegnante, è stata immediatamente presentata una segnalazione alla Guardia di Finanza e il giovane è stato denunciato al Tribunale dei minorenni.

La questione ha poi portato alla luce alcune diatribe familiari nei confronti delle quali si è mantenuto il massimo riserbo: i genitori si sono detti stupiti del gesto compiuto dal loro figlio, definito “un ragazzo tranquillo”.

L’altro episodio risale a ottobre ma ha conseguenze sulla stretta attualità. Luogo della vicenda è l’Itis “Marchesini” di Rovigo, in cui una professoressa era stata colpita da una pistola ad aria compressa. A complicare il quadro contribuì la decisione di pubblicare in rete il video dell’aggressione, in cui si vedono gli studenti ridere e scherzare.

La donna, Maria Luisa Finatti, decise di denunciare l’intera classe (composta da 24 alunni), criticando la totale indifferenza da parte degli studenti nei suoi confronti. Solo dopo qualche giorno il colpevole del gesto ha confessato la propria responsabilità e si è scusato per lo spiacevole episodio. Debole la sua giustificazione, ossia di aver agito con l’obiettivo di aumentare la sua popolarità sui social network. La donna si trova oggi in condizioni di salute buone ma ha confessato che per lei nulla sarà più come prima.

Il ragazzo ha cercato di sdebitarsi in qualsiasi modo, dal volontariato ai lavori socialmente utili all’interno dell’istituto, oltre a inviare numerose mail alla prof per cercare il suo perdono. Tra i due il rapporto si è parzialmente ricucito, sia fisicamente che al telefono. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha telefonato all’istituto per esprimere la personale solidarietà alla vittima, e si è detto pronto a prendere provvedimenti “per ripristinare nelle aule la cultura del rispetto.