Google licenziamenti. L’azienda ha deciso di mandare a casa 12.000 mila dipendenti. Il taglio è stato annunciato via email. L’amministratore delegato di Alphabet, Sunbdar Pichai, si è assunto la responsabilità per la decisione e ha inviato il messaggio di posta elettronica agli addetti dell’azienda. I tagli riguarderebbero tutta l’azienda comprese le risorse umane. Finora Google era stata l’unica azienda a non aver annunciato riduzioni di personale.
Google licenziamenti, cosa sta succedendo?
I tagli del personale sono stati annunciati dall’ad Sundar Pichai in una mail. Sundar ha spiegato: “Questi sono momenti importanti per affinare i nostri obiettivi, rivedere la base dei costi e dirottare i nostri talenti e i nostri capitali verso le principali priorità”. L’azienda vuole concentrarsi sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale. A riferire della straordinaria mossa dell’Alphabet, la holding che controlla Google, è stato il Wall Street Journal. Nell’email inviata ai dipendenti l’amministratore delegato ha chiarito che i tagli riflettono la revisione delle aree di prodotto: “Abbiamo intrapreso una rigorosa revisione delle aree di prodotto e delle funzioni per garantire che il nostro personale e i nostri ruoli siano allineati con le nostre più alte priorità come azienda. I ruoli che stiamo eliminando riflettono il risultato di questa revisione. Sono trasversali ad Alphabet, alle aree di prodotto, alle funzioni, ai livelli e alle regioni”. Google si allinea così ad altri colossi come Amazon, Facebook e Microsoft che negli scorsi mesi hanno annunciato decine di licenziamenti. Durante la pandemia le compagnie avevano proceduto alle assunzioni a fronte dell’aumento di domanda di beni e servizi digitali. Tra il 2020 e il 2022 Microsoft ha assunto 40 mila dipendenti, Amazon circa 310 mila e Google 21.000 mila. L’amministratore delegato Pinchai ha pertanto giustificato i massicci licenziamenti spiegando che durante la pandemia si è assistito al fenomeno delle assunzioni incontrollate. La società avrebbe pertanto sbagliato dando vita ad un organico sulla base di una realtà diversa da quella affrontata oggi. I licenziamenti hanno interessato i dipendenti di tutto il mondo. L’azienda ha fatto sapere che si tratta di tagli orizzontali che riguarderanno i team di tutta l’azienda.
Il caso Twitter
Lo scorso novembre, Elon Musk aveva deciso di fare piazza pulita su Twitter. Non solo i dipendenti ma anche i top manager erano stati mandati a casa. I licenziamenti erano partiti via email. Nell’email generica c’era scritto: “Nel tentativo di porre Twitter su un percorso salutare, attraverseremo il difficile processo di riduzione della nostra forza lavoro globale”, è scritto. “Riconosciamo che ciò avrà un impatto su un certo numero di persone che hanno dato un prezioso contributo a Twitter, ma questa azione è purtroppo necessaria per garantire il successo dell’azienda in futuro”, aveva fatto sapere Elon Musk. Un gruppo di lavoratori aveva però deciso di fare causa e una class action era stata avviata al tribunale di San Francisco contro l’azienda di Elon Musk accusata di non aver dato il preavviso di 60 giorni stabilito dalla legge e di aver appreso del licenziamento solo grazie agli account di lavoro bloccati. Successivamente Elon Musk ha avviato l’assunzione per ingegneri e responsabili delle vendite.
Amazon taglia 18mila posti di lavoro
Lo scorso 5 gennaio il Ceo di Amazon Andy Jassy aveva confermato il licenziamento di 18mila persone. Nel comunicato si legge: “Amazon ha resistito a economie incerte e difficili in passato e continuerà a farlo. Questi cambiamenti ci aiuteranno a perseguire le nostre opportunità a lungo termine con una struttura dei costi più forte”. I licenziamenti confermati dall’Ad rappresentano circa l’1% della forza lavoro complessiva. I più colpiti sono stati i dipendenti dei negozi, come Amazon Fresh e Amazon Go e le sue organizzazioni Pxt che gestiscono le risorse umane.