Ucraina, la Terza Guerra Mondiale come conseguenza dell’escalation del conflitto nell’Est Europa è un “rischio concreto” per Matteo Bressan, docente di Relazioni Internazionali alla LUMSA.
Ucraina, Terza Guerra Mondiale conseguenza dell’effetto domino di un eventuale cedimento dell’Occidente nel conflitto in corso, secondo Matteo Bressan
La situazione in Ucraina tiene l’Europa e non solo col fiato sospeso, al punto che ormai da più parti si parla di un rischio Terza Guerra Mondiale. Questo nonostante le rassicurazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, nel collegamento video ai Golden Globes 2023, ha spiegato che non ci sarà un seguito alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale. “Non sarà una trilogia” ha detto Zelensky, utilizzando una terminologia tipicamente cinematografica.
Tuttavia, Matteo Bressan, docente di Relazioni Internazionali alla LUMSA, vede questo pericolo possibile negli scenari futuri del conflitto, spiegando le sue ragioni a “Nautilus”, trasmissione condotta da Vanessa Piccioni e Francesco Fratta su Cusano News 7.
“Il rischio di una Terza Guerra Mondiale è concreto. L’effetto domino di un cedimento dell’Occidente sulla vicenda ucraina ha ricadute globali. Siamo tornati a un conflitto tra Stati nel cuore dell’Europa su cui pesa l’assenza della prospettiva di un negoziato, a causa di questioni militari – i mancati obiettivi raggiunti delle due parti – e un problema più di proporzioni più vaste: riconoscere eventualmente il risultato all’aggressore, potrebbe essere recepito come un segno di debolezza della Nato e degli Stati Uniti da qualche altro attore globale e questo avrebbe ricadute potenzialmente devastanti”
Ucraina e Terza Guerra Mondiale, il ruolo attendista della Cina e quello “da apripista” della Russia secondo Raffaele Sardella, presidente IARI
Fanno eco alle parole di Bressan quelle di Raffaele Sardella, presidente IARI – Istituto Analisi Relazioni Internazionali, anche lui ospite di “Nautilus”, che vede il pericolo di un’escalation nella conflittualità tra Stati Uniti e Cina, sullo sfondo della guerra in Ucraina.
“La Russia è servita da apripista per la Cina, per capire quali mosse può fare in futuro. La Cina è rimasta in disparte nel conflitto per capire come reagirebbe la propria economia di fronte a eventuali sanzioni. Il conflitto ucraino ha spaccato l’idea delle relazioni internazionali che avevamo fino a qualche anno fa: prima si parlava di mondo multi-polare solo dal punto di vista economico, ma non da quello militare”
Ucraina e la prospettiva ormai dominante del conflitto lungo, confermato dall’attuale strategia militare russa
Bressan guarda con preoccupazione alla situazione attuale del conflitto, nella quale la Russia di Vladimir Putin appare determinata ad andare avanti, senza scorgere la possibilità di un negoziato.
“La Russia ha deciso di aumentare le risorse dispiegabili fino a un milione e mezzo. Questo significa che si sta preparando a un conflitto lungo, per proteggere i territori che ha conquistato finora. Il conflitto sembrava prossimo a una sua risoluzione ma non è così. La Russia si prepara a qualcosa che in Europa non si conosceva da tempo: una guerra convenzionale, un tipo di conflitto che l’Occidente aveva rimosso perché si rifiutava il ricorso alla guerra per risolvere i contenziosi tra gli Stati. Tuttavia, dal 1991 in poi, non abbiamo avuto un mondo in pace: la competizione internazionale è sempre stata costante. Non si è stati attenti nell’alzare l’asticella per evitare situazioni che potessero portare a questa escalation. Cambiavano le tipologie di conflitto – guerra economica, simmetrica, dell’informazione – ma dinamiche e obiettivi erano gli stessi”.
Sulle armi all’Ucraina da parte di Europa e USA, Bressan: “Insufficienti”
Infine, il docente della LUMSA spiega che il sostegno dato dall’Occidente al popolo e al governo ucraini non è stato sufficiente a dare una svolta alla guerra, spingendo Putin a un compromesso negoziale. Anche in queste dinamiche Bressan vede le cause di una possibile escalation del conflitto.
“Le armi che l’Europa e gli Stati Uniti stanno mandando all’Ucraina non sono sufficienti, è una verità scomoda ma è così. È troppo poco. Gli ucraini lo dicono da tempo e lo dicono anche gli analisti militari. Nei negoziati non credo vedremo una partecipazione attiva della Cina, che, per il momento, non ha interesse a ricoprire quel ruolo, come, invece, vorrebbe la Russia. Putin sa che la vera super-potenza con cui avviare i negoziati sono gli USA, non cerca il dialogo né con l’Ucraina né con l’Unione Europea“.