Pensioni, Maurizio Landini: ‘Dal governo nessuna risposta sulla riforma’. Nulla di fatto al primo tavolo tecnico tenutosi nella mattinata di oggi, 19 gennaio, al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sulla riforma delle pensioni e sul tema della sicurezza sul lavoro. A tracciare il punto delle trattative sulla riforma previdenziale è stato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che si attendeva di più da questo primo incontro, soprattutto una maggiore apertura da parte del governo sui punti evidenziati dai sindacati che hanno costituito una piattaforma unitaria sulle misure da adottare per una vera legge di riforma in senso flessibile. Proprio nella giornata di ieri, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, aveva annunciato che il governo sarà impegnato nei prossimi mesi a trovare le giuste misure per il superamento della riforma Fornero delle pensioni. Una bozza di riforma è attesa entro la prossima estate.
Pensioni riforma, per Landini Cgil oggi non c’è stata alcuna risposta del governo
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine del primo tavolo di confronto al ministero del Lavoro sulla riforma delle pensioni di oggi, si è mostrato insoddisfatto. “Non è andato bene, non abbiamo avuto alcuna risposta su tempi e risorse, solo una disponibilità generica ad avviare tavoli di confronto”, ha detto il segretario a margine dell’incontro tenutosi in via Veneto. “Benissimo il confronto – ha aggiunto Landini – ma vogliamo avviare una trattativa, il governo risponda alla piattaforma e alle richieste fatte da Cgil, Cisl e Uil. Ci hanno indicato un primo incontro l’8 febbraio su giovani e donne, ma non abbiamo avuto alcuna risposta sui tempi con cui fare questo confronto, che per noi va fatto rapidamente – si legge ancora in una nota della Cgil – prima che venga realizzato il Documento di economia e finanza (entro il prossimo mese di aprile, n.d.r.). Serve capire se ci sono o no le risorse e la volontà politica di realizzare la riforma della legge Fornero”. Sulla necessità di andare oltre gli interventi annuali che hanno caratterizzato le ultime leggi di Bilancio, Marina Calderoni aveva risposto ieri in audizione presso l’Aula della Commissione Lavoro sulle linee programmatiche relative al suo ministero: “Vogliamo arrivare a un percorso di riforma che non ci riconsegni nella prossima legge di Bilancio la necessità di dover nuovamente intervenire con meccanismi di natura annuale”.
Le misure pensionistiche proposte dai sindacati
I sindacati uniti, che hanno partecipato nella giornata di oggi al primo confronto con il governo alla presenza della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, hanno ribadito la necessità che le trattative vengano svolte sulla base di quanto descritto nella piattaforma unitaria. “Si tratta di richieste molto precise – si legge ancora sul portale della Cgil – la pensione di garanzia per i giovani e per le donne, la possibilità di uscita in maniera flessibile a 62 anni, i 41 anni di contributi, il riconoscimento e la regolazione dei lavori gravosi e del diritto di cura, delle differenze di genere e, allo stesso tempo, l’incentivazione in un piano anche legislativo del ricorso alla pensione integrativa“. Maurizio Landini ha anche posto l’attenzione sul meccanismo di rivalutazione delle pensioni che, nell’ultima legge di Bilancio, “non ha fatto altro che prevedere interventi che hanno tagliato sulle pensioni”. Infine, non poteva mancare la questione delle coperture delle nuove misure di pensione che accompagnano la riforma, risorse sulle quali la ministra Calderone, nella giornata di ieri, aveva rinnovato l’impegno di “tornarci in un contesto più complessivo di riforma delle pensioni”. Per Maurizio Landini, la sostenibilità delle pensioni passa dall’adeguamento dei salari: “Le persone devono avere un lavoro di qualità con contributi e diritti, per questo i sindacati hanno chiesto non solo di superare i voucher, ma di aprire un vero e proprio tavolo di trattativa che rimetta in discussione le leggi sbagliate sulla precarietà e la possibilità di avere rapporti di lavoro e salari dignitosi”.