Il 15 dicembre 2022 l’Istat ha diffuso i principali risultati del Censimento permanente della Popolazione e delle Abitazioni, che si è svolto nell’autunno 2021. Il Censimento ha lo scopo di effettuare il conteggio della popolazione italiana e delle sue caratteristiche socio-economiche e strutturali a livello nazionale, regionale, locale e di confrontarle con quelle del passato e degli altri Paesi. Fino al 2011 il Censimento era effettuato con una modalità a carattere universale, ciò vuol dire che si effettuava la rilevazione sull’intera popolazione ogni 10 anni.
Istat, Censimento 2021
A partire dal 2018 questa modalità è stata sostituita dal Censimento permanente realizzato attraverso una rilevazione che si svolge ogni anno su un campione di famiglie. Questa novità, resa possibile grazie a innovative tecniche statistiche e organizzative, permette di restituire informazioni continue, tempestive e rappresentative dell’intera popolazione.
Inoltre, garantisce un forte contenimento dei costi e una riduzione del fastidio a carico delle famiglie.
Dai dati resi disponibili con l’ultima edizione del Censimento della popolazione, sono emerse alcune informazioni interessanti. Per esempio, la popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2021 è in calo dello 0,3% rispetto al 2020. Il decremento interessa soprattutto il Centro Italia (-0,5%) e l’Italia settentrionale (-0,4% sia per il Nord ovest che per il Nord est), è più contenuto nell’Italia meridionale (-0,2%) e risulta minimo nelle Isole (appena 3mila unità in meno). Spicca un dato che già sapevamo, ma che continua inesorabilmente a peggiorare: il nostro, è un Paese sempre più vecchio.
L’età media si è innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni). La Campania continua a essere la regione più giovane (età media di 43,6 anni) mentre la Liguria si conferma quella più anziana (49,4 anni). L’invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati. Nel 2021 per ogni bambino si contano 5,4 anziani, nel 2011, quindi solo 10 anni fa, per ogni bambino si contavano 3,8 anziani.
Questo non è tutto, i dati dimostrano che il processo di invecchiamento della popolazione residente in Italia è rallentato dalla più giovane struttura per età della popolazione straniera. Infatti, l’età media degli stranieri è più bassa di oltre 10 anni rispetto a quella degli italiani (35,7 anni contro 46 anni nel 2021). Si sta riducendo però il numero degli stranieri sotto i 18 anni, che appresentano il 20,8% della popolazione straniera censita.
Claudia Mosticone