Come si diventa ciechi? Si tratta più comunemente di una conseguenza di malattie o di lesioni e traumi agli occhi? Nella maggior parte dei casi, la perdita della vista segue lo sviluppo di specifici disturbi, come la cataratta, il glaucoma e la degenerazione maculare. Quest’ultima patologia, osservabile soprattutto negli anziani e non curabile, è legata in particolare all’invecchiamento che colpisce la macula, la porzione centrale della retina e provoca, in chi ne soffre, sfocature e punti ciechi, soprattutto nella visione centrale, appunto. I ricercatori dell’Università di Tel Aviv avrebbero ora scoperto nuovi fattori di rischio genetico della malattia negli adulti: in presenza di alcuni geni, aumenterebbe cioè la possibilità di sviluppare la degenerazione maculare, che a sua volta è una delle principali cause di cecità.
Come si diventa ciechi? I risultati di uno studio israeliano
Lo studio, condotto da un team di ricercatori guidato da Ran Elkon e Ruth Ashery-Padan dell’Università di Tel Aviv e pubblicato sulla rivista Plos Biology, rappresenta una vera e propria svolta per la comprensione della principale causa di disabilità visiva negli adulti. L’Amd, la degenerazione maculare dell’adulto – che è causa di cecità, soprattutto negli anziani, insieme alla cataratta e al glaucoma -, si deve ad una disfunzione dell’epitelio pigmentato retinico (Rpe), uno strato di tessuto inserito tra i fotorecettori che ricevono la luce e il coriocapillare, che nutre la retina. Per questo motivo, i ricercatori israeliani hanno deciso di esplorare il fattore di trascrizione (una proteina che regola geni specifici) chiamato LHX2 che, sulla base dell’analisi del team sui mutanti del topo, è risultato fondamentale per lo sviluppo dell’Rpe.
Abbattendo l’attività di LHX2 nell’Rpe derivato da cellule staminali umane, gli esperti hanno scoperto che la maggior parte dei geni colpiti erano sottoregolati, indicando che il ruolo di LHX2 era probabilmente quello di un attivatore trascrizionale – che aumenta cioè la trascrizione dei geni regolati -. In particolare, LHX2 collaborerebbe con un gene interessato, chiamato OTX2, per regolare l’Rpe. A questo punto, mappando i siti genomici a cui OTX2 e LHX2 potrebbero legarsi, hanno mostrato che il 68% di quelli che legavano LHX2 erano anche legati da OTX2 (864 siti in tutto), suggerendo che i due geni potrebbero lavorare insieme per promuovere l’attività di un’ampia varietà di altri geni coinvolti nello sviluppo e nel funzionamento dell’Rpe da cui, come abbiamo detto, dipende la degenerazione maculare dell’adulto.
Per comprendere quali siano i geni che possono contribuire a provocare una malattia, si esegue in genere uno studio di associazione su tutto il genoma (Gwas), che identifica le differenze di sequenza del genoma tra individui (chiamati polimorfismi a singolo nucleotide o Snp) che si verificano in concomitanza con la malattia. Non è la prima volta che studi di questo tipo hanno riguardato l’Amd, ma i risultati, in questo caso, hanno permesso di acquisire nuove conoscenze. Gli autori hanno infatti incrociato i loro dati di legame dei geni LHX2/OTX2 con i dati Gwas sul genoma, con l’obiettivo di individuare le variazioni che influenzano il legame dei fattori di trascrizione, provocando la malattia. I risultati finali hanno mostrato che l’aumento del rischio precedentemente noto di Amd dalla variante identificata nel Gwas era dovuto alla riduzione del legame del fattore di trascrizione LHX2 al promotore del gene TRPM1 – un gene già precedentemente collegato allo sviluppo della degenerazione maculare – con una conseguente riduzione dell’attività di questo gene: condizione che potrebbe portare all’insorgere della malattia e, di conseguenza, alla cecità.