Gli aiuti all’Ucraina sono stati uno dei principali temi di Davos, soprattutto alla luce degli interventi da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e di sua moglie Olena Zelenska. L’Europa ha mostrato appoggio finanziario ed economico, ma una buona parte di sostegno arriva anche dagli Stati Uniti, con la Casa Bianca pronta a uno stanziamento per sostenere Kiev. Per la precisione l’aiuto complessivo ammonterà a 2,5 miliardi di dollari. Questo il contenuto esatto del nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, che comprenderanno non solo un aiuto economico ma anche una serie di veicoli da combattimento Stryker. A riferirlo è la Cnn con due fonti informate.
Si tratterebbe, ancora per il momento, di una bozza di provvedimento da parte degli americani, dato che il pacchetto non è ancora stato aggiornato e approvato in maniera ufficiale. La conferma dello stanziamento dovrebbe arrivare verso la fine della settimana. Non solo aiuti economici, ma il pacchetto è prettamente di carattere militare e risulta essere tra i più consistenti tra quelli annunciati dallo scoppio del conflitto.
Si tratta di una significativa escalation degli aiuti americani all’Ucraina. Oltre ai mezzi Stryker, nella lista del pacchetto, ci sarebbero anche i Buffalo, i mezzi corazzati sviluppati per resistere alle mine terrestri e agli ordigni esplosivi improvvisati (noti anche come Mrap). Tuttavia, nonostante la presenza di questi aiuti militari, dovrebbero ancora essere esclusi i carri armati da combattimento o i missili a lungo raggio che Kiev ha ripetutamente chiesto.
Aiuti all’Ucraina dopo le parole di Zelensky a Davos
Gli Stati Uniti, sul tema degli aiuti all’Ucraina, pare che abbiano dunque accolto le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Davos, in particolare quelle del passaggio in cui il leader di Kiev invitava l’Occidente a “non esitare”, andando avanti sotto il punto di vista economico e militare:
“Adesso il mondo non deve esitare, ma serve un approccio veloce nelle decisioni per aiutare l’Ucraina e a far fronte alla Russia che sta esportando il terrore. Non siamo stati noi a iniziare la guerra, ma siamo noi che dovremo finirla”