Una nuova proposta di legge anti aborto presentata dal senatore Fdi Roberto Menia ha riacceso le polemiche sulla legge 194 e la sua applicazione. Prima di lui ci aveva pensato Gasparri, ed invero le due modifiche partono da una base comune e condivisa: riconoscere la capacità giuridica ad ogni essere umano modificando così l’articolo 1 del codice civile. L’obiettivo, si legge nel testo, è “dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita”. Tradotto in termini meno giuridici, significa paragonare l’interruzione volontaria di gravidanza al reato di omicidio.
Nuova proposta di legge anti aborto presentata da Fdi. Ecco cosa prevede
“Si tratta di riconoscere, anche nell’ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo”, spiega Roberto Menia nella presentazione della proposta. Riguardo l’aborto il senatore di FdI scrive che “è indispensabile individuare con chiarezza il significato giuridico dell’essere umano nella fase più giovane della sua esistenza”. La discussione del senatore ha riacceso le polemiche intorno a un tema molto delicato. Un tema che così come lo scorso ottobre, in concomitanza della proposta simile avanzata da Gasparri, e in precedenza nel corso della campagna elettorale, ha generato polemiche e attacchi alla maggioranza. Non è la prima volta sul partito della premier piove l’accusa di voler limitare la 194. Accuse che Giorgia Meloni ha sempre risposto spedendole al mittente, dichiarando che il suo obiettivo non è quello di abolire la legge bensì di rafforzarla garantendo alle donne in difficoltà “il diritto a non abortire”. Intanto però le opposizioni non si fidano e alzano le barricate: “La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiarisca cosa pensa dei progetti di legge sullo statuto giuridico dell’embrione presentati dai parlamentari del suo partito. È evidente infatti che questi progetti di legge sono del tutto incompatibili con la tutela della libertà di interrompere la gravidanza garantito dalla legge 194 sulla cui difesa la stessa Meloni ha più volte rassicurato gli elettori” afferma la deputata di Verdi e Sinistra Elisabetta Piccolotti. Alessandra Maiorino del Movimento 5 stelle parla di “monstrum giuridico” e attacca: “Il partito di Meloni vuole derubare le donne della proprietà sul proprio corpo e attribuire soggettività giuridica superiore a un ovocita fecondato rispetto alla femmina”. Anche dal Pd partono le accuse: “riconoscere la capacità giuridica del concepito, come propone FdI in un ddl depositato al Senato, vuol dire solo una cosa: cancellare il diritto della donna di autodeterminarsi nella scelta di diventare madre o meno”, sostiene Simona Malpezzi, capogruppo del Pd a Palazzo Madama. Riconoscere lo statuto giuridico all’embrione è il primo passo per equiparare di fatto l’aborto ad un omicidio. Quanto meno a ribattere alla proposta del senatore Menia sono donne, per quello che è effettivamente un diritto che riguarda in primis donne. È abbastanza singolare il fatto che i presentatori della proposta siano tutti uomini e usino nella legge soltanto riferimenti al maschile. Se la legge proposta da Fdi venisse approvata, infatti, sarebbero in prospettiva possibili casi in cui in presenza di una complicazione tra la salvaguardia della vita del feto e quella della donna potrebbe essere affermata in via prioritaria la prima.