Guerra in Ucraina, per il giornalista Giampiero Gramaglia la pace è lontana perché sono in pochi a volerla davvero.

Guerra in Ucraina, Gramaglia ritiene che lo scenario sia negativo perché ormai ci si è “rassegnati all’idea della ‘lunga guerra’”

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Giampiero Gramaglia.

La guerra in Ucraina va avanti da quasi un anno ormai, e le prospettive per il raggiungimento della pace sembrano non immediatamente percorribili. Dopo, infatti, la controffensiva dei mesi scorsi da parte dell’esercito ucraino, che lasciava ben sperare in termini di un possibile negoziato, ora gli scontri tornano a intensificarsi e sembra si sia giunti a una nuova fase di stallo.
Il giornalista Giampiero Gramaglia, intervenuto nella trasmissione “Nautilus”, condotta da Vanessa Piccioni e Francesco Fratta su Cusano News 7, si dichiara decisamente pessimista in proposito, ritenendo la pace lontana anche perché nessuno sembra volerla perseguire davvero.

Nessuno sta facendo abbastanza per la pace, a eccezione della Turchia e del Vaticano. Ci siamo rassegnati all’idea della ‘lunga guerra’, anche perché sia i russi sia gli ucraini sono lontani dal raggiungere i loro obiettivi”.

Gramaglia cita la Turchia di Erdogan che, fin dall’inizio del conflitto, si è posta come interlocutore di entrambe le fazioni, cercando di fornire una possibile mediazione, fino alla richiesta inoltrata nei giorni scorsi a Vladimir Putin di un cessate il fuoco unilaterale da parte della Russia.

Guerra in Ucraina, Gramaglia non vede Putin vittima di opposizione interna: “Se si votasse oggi in Russia, vincerebbe di nuovo”

A proposito del presidente russo, sono da tempo numerose le voci che lo vorrebbero in difficoltà sul proprio fronte interno, vittima di contestazioni da parte del popolo russo, e di manovre di palazzo volte addirittura a fargli perdere il suo potere. Gramaglia non vede, tuttavia, Putin in crisi.

“Le notizie di un’eventuale opposizione a Putin non necessariamente rispecchiano i sentimenti della popolazione, che non è contro di lui. Se si votasse oggi in Russia, Putin vincerebbe di nuovo con la maggioranza che ha sempre avuto. Le speculazioni sulla sua perdita di popolarità e su congiure di palazzo contro di lui sono possibili, ma non vedo certezze in merito. Non a caso, i discorsi di Putin sono rivolti ai russi, al contrario di Zelenski che parla agli occidentali. Il presidente russo sa che l’Occidente gli è ostile, quindi cerca di rafforzare il consenso interno tra la popolazione”.

Gramaglia sul rischio escalation e i timori della Russia per le armi fornite dall’Occidente

Infine, il giornalista ha fotografato la situazione attuale del conflitto e l’eventuale rischio escalation, minacciato più volte dalla Russia di Putin, che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi.

La minaccia di escalation è dovuta alla preoccupazione della Russia per le nuove forniture di armi all’Ucraina, da qui gli attacchi espliciti all’Occidente. Si tratta di armi che renderanno meno efficaci gli attacchi russi, i Patriot che, tuttavia, non arriveranno subito e richiederanno molto tempo per l’addestramento. A questi, però, si devono aggiungere i carri armati promessi dal governo britannico, utili per la controffensiva di terra”.