Matteo Messina Denaro news. Emergono nuovi dettagli riguardo il secondo covo trovato oggi a Campobello di Mazara, non lontano dalla casa in cui il boss mafioso viveva. Ecco cosa è stato trovato nel bunker e perché il carcere in cui è stato trasferito U Siccu è il più sicuro.

Matteo Messina Denaro news, il garante della privacy si indigna

Il Garante della privacy ha lamentato un’eccessiva e ingiustificata diffusione di dettagli clinici riguardanti Matteo Messina Denaro.

Anche in casi di vicende di assoluto interesse pubblico, riguardanti persone che si sono macchiate di crimini orribili, la pubblicazione integrale dei referti, o la diffusione di dettagli particolareggiati presenti nelle cartelle cliniche relativi a patologie, non appare giustificata”.

Riguardo la cattura ha aggiunto, “richiama l’attenzione di media, siti web e social media al rigoroso rispetto del principio di essenzialità fissato dalle Regole deontologiche per l’attività giornalistica. L’Autorità ha già avviato iniziative di sua competenza”.

Secondo covo Messina Denaro, trovati gioielli, pietre preziose e documenti

Quest’oggi, mercoledì 18 gennaio 2023, è stato scoperto il secondo covo del capomafia, rintracciato a poca distanza dall’appartamento di Campobello di Mazara. Nascosta da un fondo scorrevole dell’armadio, una stanza blindata. È questa la scoperta fatta dai Carabinieri de dal Rico della Finanza. Si tratta di una casa al primo piano di una palazzina in via Maggiore Toselli 34, a Campobello di Mazara, una sorta di bunker. L’abitazione appartiene a Errico Risalvato, di 70 anni, assolto nel 2001 dall’accusa di mafia e ritenuto vicino al capomafia di Castelvetrano.

Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia e ora libero, imprenditore del calcestruzzo. È stato proprio lui a consegnare agli investigatori la chiave della stanza blindata occultata dal fondo di un armadio pieno di vestiti.

Il procuratore aggiunto della DDA di Palermo, Paolo Guido, si è intrattenuto per oltre due ore nell’abitazione dove è presene il covo, non lontano (meno di un km) dal luogo in cui il boss viveva, in vicolo San Vito

Con lui, il comandante provinciale di Trapani dei Carabinieri, Fabio Bettino, e il colonnello dei ROS, Lucio Arcidiacono, coordinatore dell’operazione. Il magistrato che ha coordinato l’ispezione non ha proferito alcuna parola con i giornalisti.

Il covo è trovato oggi intorno a mezzogiorno, ed è in un palazzo a due livelli. Materiali; diversi oggetti tra cui gioielli, collane, bracciali e anche pietre preziose di dimensioni consistenti; documenti, sarebbero stati trovati all’interno e sequestrati dai Carabinieri. Si attende ora una perizia per accertare l’autenticità e il valore dei gioielli e delle pietre trovate.

Gli Agenti, insieme al RIS, hanno perlustrato l’immobile alla ricerca di tracce biologiche significative. Mancano per ora, cose scritte.

I magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros avrebbero individuato un secondo covo utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro. Oltre all’apparamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all’interno di un’altra abitazione nella stessa area, 18 gennaio 2023. Non è ancora chiaro se si tratti del luogo in cui il capomafia nasconde il suo tesoro: documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. Lo scopriranno i carabinieri dopo la perquisizione del bunker appena scoperto, che si trova a circa 300 metri dall’abitazione in vicolo San Vito. Gli investigatori stanno attendendo l’arrivo del magistrato. ANSA / Max Firreri
I magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros avrebbero individuato un secondo covo utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro. Oltre all’apparamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all’interno di un’altra abitazione nella stessa area, 18 gennaio 2023. Non è ancora chiaro se si tratti del luogo in cui il capomafia nasconde il suo tesoro: documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. Lo scopriranno i carabinieri dopo la perquisizione del bunker appena scoperto, che si trova a circa 300 metri dall’abitazione in vicolo San Vito. Gli investigatori stanno attendendo l’arrivo del magistrato. ANSA / Max Firreri

Matteo Messina Denaro al 41 bis delle Costarelle di L’Aquila, perché è il carcere più protetto

Nel frattempo, il boss di Cosa Nostra, arrestato a Palermo lo scorso lunedì dopo 30 anni di latitanza, nella nottata di ieri è stato portato al 41 bis del penitenziario abruzzese in cui fu detenuto anche Totò Rina. Il carcere di massima sicurezza le “Costarelle” di L’Aquila, è la fortezza d’Italia con il più alto numero di detenuti al 41 bis. Una struttura che si trova in mezzo al nulla, un’isola detentiva lontano dal resto della città di L’Aquila.

È inoltre, l’unico penitenziario con la sezione femminile per il regime 41 bis, ospita infatti dodici donne, e circa 160 maschi, con aggiunta delle aree riservate. Proprio per la sua struttura rigida e gestione ferrea, non ha mai dato vita a particolari episodi. Si sa che all’inizio degli anni duemila, gli stessi Agenti penitenziari scioperarono per la difficile vita interna e per l’adeguamento degli organici. In quegli anni, la casa circondariale, si gonfiò di detenuti pericolosi dopo la Pianosa e Asinara.

Al momento, il boss tiene la TV spenta in carcere perché non vuole vederla. A riferirlo sono state le fonti penitenziarie.

Le testimonianze interne al penitenziario ricostruiscono la figura di un uomo estremamente sereno e cordiale, con l’intero personale. Peraltro impegnato in più attività, tanto da etichettarlo come “comportamento non consono rispetto agli standard dei condannati al 41 bis”.

Inoltre, Matteo Messina Denaro è entrato nel carcere dell’Aquila senza soldi e gli è stato dato dall’amministrazione un piccolo sussidio, secondo quanto riportato dall’AGI che è stato a contatto con le persone interne al penitenziario.

Domani possibile partecipazione al processo delle Stragi di Capaci e di via d’Amelio

Nella giornata di domani, Matteo Messina Denaro potrebbe partecipare in videoconferenza all’udienza del processo ai mandanti delle Stragi di Capaci e di via d’Amelio del 1992 in corso davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta. Da quanto si apprende è stata già allestita una sala nel carcere aquilano, dove si svolgerà il collegamento.

Intanto, il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, parlando a Metropolis ha detto: “Ho avuto un breve colloquio con Matteo Messina Denaro, è durato qualche minuto. Gli ho spiegato che è nelle mani dello Stato e gli ho detto che avrà piena assistenza medica. Lui ha ringraziato”.