Adolescenti salute cardiometabolica: chi è felice e amato potrà godere di una migliore salute nel futuro. E’ quello che emerge da una ricerca del The Journal of the American Heart Association, secondo la quale un adolescente che abbia una buona salute mentale (che provi ottimismo, si senta amato e abbia anche una buona sensazione di appartenenza) potrà anche godere di un equilibrio cardiometabolico migliore.

La ricerca è ad ampio raggio e la salute cardiometabolica va ad includere parametri molto diversi tra loro, tra cui i livelli di zucchero nel sangue e dell’infiammazione.

Farah Qureshi, principale autrice del lavoro, assistant professor presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, si è resa conto nel corso della ricerca che sono cinque le risorse fondamentali per la salute mentale legate a migliori risultati di salute cardiometabolica: ottimismo, felicità, autostima, senso di appartenenza e sentirsi amati.

Vediamo insieme in quale modo si è sviluppata la ricerca.

Adolescenti salute cardiometabolica: crescere lontano dai pregiudizi

La ricerca, nelle parole di Qureshi, si pone l’obiettivo di osservare da una prospettiva differente la salute pubblica, spostata dall’idea della presenza di un deficit alla necessità di costruire alcune risorse. Fondamentale nello sviluppo di un adolescente è la possibilità di crescere, lontano da pregiudizi negativi e dalla discriminazione. Così la ricercatrice parla:

“Negli ultimi decenni abbiamo imparato molto sull’impatto della discriminazione e di altri rischi sociali che i giovani poc affrontano che possono spiegare i loro elevati tassi di malattie cardiometaboliche, tuttavia, viene prestata molta meno attenzione ai punti di forza intrinseci che possiedono e ai modi in cui questi i punti di forza possono essere sfruttati per promuovere l’equità sanitaria […] In questo studio, abbiamo voluto spostare il paradigma della salute pubblica oltre la tradizionale attenzione ai deficit a uno che si concentri sulla costruzione di risorse.”

Salute degli adolescenti: come si è svolta la ricerca?

I ricercatori hanno utilizzato e analizzato i dati del National Longitudinal Study of Adolescent Health, che ha seguito quasi 3.500 liceali statunitensi (età media 16 anni) nel 1994 per più di due decenni, per monitorarne la salute.

Il campione era composto per poco meno della metà da ragazze. Dal punto di vista etnico, il campione era composto per il 67% da giovani bianchi, per il 15% da adolescenti neri, per l’11% da adolescenti latini, mentre il 6% dichiarava di essere nativo americano, asiatico o “altro“.

Il risultato della ricerca evidenzia che solo il 12% dei partecipanti ha mantenuto una buona salute cardiometabolica e che i giovani bianchi avevano una maggiore probabilità di poter mantenere una buona salute. D’altra parte, è evidente che negli adolescenti neri le disparità e la discriminazioni possano influire notevolmente sulla salute.

Bisogna anche tenere in considerazione, in generale, che degli adolescenti che partecipavano al progetto solo il 16% aveva da quattro a cinque risorse fondamentali per la salute mentale. Questo 16% ha il 69% di probabilità in più di mantenere una salute cardiometabolica positiva da giovani adulti.

L’importanza dei risultati e nuovi campi di studio

I risultati dello studio hanno mostrato l’importanza delle risorse psicologiche per garantire il benessere delle persone. E’ una direzione nella quale la medicina si deve ancora muovere. L’autrice dello studio, Qureshi, parla così delle nuove prospettive che si aprono: “Questo lavoro suggerisce che i primi investimenti nella salute mentale dei giovani possono essere una nuova frontiera fondamentale nel progresso dell’equità della salute cardiometabolica. […]

Abbiamo bisogno di più studi su larga scala per monitorare questi e altri fattori positivi di salute mentale a partire dall’infanzia per capire come queste risorse possono influenzare la salute e la malattia nel corso della vita. Queste informazioni possono aiutarci a identificare nuovi modi per migliorare la salute e ridurre le disparità.”