Reddito di cittadinanza, novità sono attese sulle misure che il governo metterà in campo per la riforma dell’indennità, in particolare sull’obbligo di formazione e di frequenza di corsi per riqualificarsi e sulle politiche attive per il lavoro. A fare il punto sulle modifiche che adotterà l’esecutivo, è stata nella giornata di oggi, 18 gennaio, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, che è stata ascoltata in audizione presso l’Aula della Commissione Lavoro sulle linee programmatiche relative al suo dicastero. La certezza è quella che il governo tirerà dritto su chi si trovi in età lavorativa e benefici del reddito per difficoltà legate al trovare un impiego. “Tengo a ribadire che chi si trova in una situazione di difficoltà economica continuerà a essere tutelato – ha spiegato Calderone – ma è necessario nel contempo distinguere gli strumenti per contrastare la povertà, ovvero le difficoltà sociali e familiari, da quelli previsti per accompagnare efficacemente al lavoro”.
Reddito di cittadinanza lavoro, formazione e riqualificazione obbligatoria nel 2023
La legge di Bilancio 2023 dovrà essere integrata dalle misure che il governo ha intenzione di introdurre durante l’anno per andare oltre al reddito di cittadinanza di chi può lavorare. In previsione dello stop dell’indennità dopo sette mesi di beneficio di quest’anno, la misura “dovrà affrontare un periodo di transizione”, come ha spiegato la ministra, indicando quelli che sono già gli indirizzi di revisione. “Con la legge di Bilancio, il reddito di cittadinanza è stato limitato, nella formulazione attuale, al 31 dicembre 2023, però si è disposto che i conseguenti risparmi di spesa dovranno essere allocati in un fondo aperto presso il ministero del Lavoro che finanzierà la riforma organica delle misure per il sostegno alla povertà e all’inclusione attiva”. Fondi, dunque, che verranno incrementati soprattutto per la parte assistenziale della misura, mentre per chi risulti in età lavorativa il beneficio consisterà nel potenziamento degli strumenti per la riqualificazione e per la ricerca del lavoro. “È evidente che il 2023 dovrà essere l’anno nel quale programmare nuove e più incisive forme di inclusione attiva. Su questo vi assicuro – dice la ministra – che il dicastero sta lavorando puntualmente e che saremo pronti a brevissimo. Per quanto riguarda l’obbligo di partecipazione ai corsi di formazione, la legge di Bilancio 2023, all’articolo 1, comma 315, ha previsto che i percettore del reddito di cittadinanza di età dai 18 ai 65 anni, non già occupati o pensionati, né frequentanti un corso di studi, né con disabilità o gravati da carichi di cura, debbano essere inseriti per un periodo di sei mesi in un corso di formazione o di riqualificazione professionale di cui alla legge 53 del 2003. In caso di mancata frequenza al programma assegnato si prevede la decadenza del nucleo familiare di appartenenza al diritto alla prestazione”.
Formazione obbligatoria già prevista dal 2019
La formazione, in realtà era già prevista dal provvedimento che ha istituito il reddito di cittadinanza, ma nei primi anni di sperimentazione non era mai stata considerata “come un obbligo”. “È importante precisare – spiega la ministra – che la frequenza di corsi di formazione e riqualificazione era già prevista normativamente dall’articolo 4 del decreto 4 del 2019, istitutivo del reddito di cittadinanza, in quanto il comma 1 dell’articolo condizionava l’erogazione del reddito di cittadinanza alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro da parte dei componenti maggiorenni del nucleo familiare, nonché all’adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che prevede attività al servizio della comunità, riqualificazione professionale, completamento degli studi, nonché altri impegni individuati dai servizi competenti e finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale”.
Misure per la ricerca di lavoro e offerte digitali: come non perdere il reddito di cittadinanza
O si frequentano corsi di formazione, di riqualificazione e di acquisizioni di nuove competenze professionali, utili al mercato del lavoro e alle imprese, oppure si lavora. Sono queste le indicazioni che la ministra fornisce nell’Aula della Commissione Lavoro agli interrogativi posti sul futuro del reddito di cittadinanza. “I percorsi formativi che caratterizzano le politiche attive sul lavoro dovranno tener conto delle esigenze professionali e lavorative delle aziende sul territorio, con specifico riferimento anche a nuove figure professionali, con competenze alla transizione digitale ed ecologica, come espressamente indicato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sul Pnrr stiamo facendo anche degli interventi per meglio definire la presa in carico su Goal dei percettori del reddito di cittadinanza, e soprattutto meglio definire la platea dei soggetti del target che dovrà essere trattato entro il 2025 dovrà essere avviato a percorsi di formazione in materie di competenze informatiche e digitali”. Risulta, infatti, alto il mismatch tra le richieste delle imprese di specifici profili professionali, molte volte legate a competenze informatiche, e quel che chi cerca lavoro riesce a offrire, compresi i percettori del reddito di cittadinanza. “Il programma Goal prevede che, dei 3 milioni della platea, almeno 800mila debbano essere coinvolti in attività di formazione entro il 2025, di cui 300mila sul rafforzamento delle competenze digitali. Su questo interverremo per definire la platea dei soggetti che verranno presi in carico dal programma Goal – spiega Calderone – Le regioni e i centri per l’impiego stanno effettuando velocemente la presa in carico, non ancora totalmente, ma mi sembra di poter dire che ci sia un buon riscontro. Nel 2023, quindi, vorrei portare in carico il 100% dei percettori del reddito di cittadinanza su Goal”.
Agevolazioni per le assunzioni di percettori di reddito di cittadinanza
La legge di Bilancio ha già confermato le misure volte a favorire, da parte delle imprese, i percettori del reddito di cittadinanza. “Sul tema delle politiche attive sul lavoro, ricordando che nel 2023 le imprese potranno beneficiare di 8.000 euro di sconto dei contributi per assunzioni a tempo indeterminato e per trasformazione di contratti da tempo determinato a indeterminato dei percettori del reddito di cittadinanza – ha concluso la ministra – interverremo sullo sviluppo delle politiche formative favorendo una rete di politiche virtuose tra soggetti pubblici e privati, implementando il sistema di certificazione delle competenze, valorizzando il contratto di apprendistato e rilanciando il sistema duale. Potenzieremo i centri pubblici per l’impiego e le aziende private in modo da utilizzare in maniera sinergica tutte le forze presenti”.