Un detenuto tenta di evadere dal carcere di Torino ma viene prontamente fermato e ricondotto in cella. L’episodio è accaduto circa alle ore 13:30 di ieri, Martedì 17 Gennaio, all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” situata in via Maria Adelaide Aglietta vicino al quartiere Vallette e dunque nella prima periferia del capoluogo piemontese.

La notizia è stata ufficialmente diffusa da una nota delle sigle sindacali di polizia penitenziaria Sinappe, Osapp, Uil Pa PP, Fns Cisl e Cgil FP PP.

Il detenuto, il 31enne svizzero Gabriel Girardet, avrebbe tentato di evadere dal carcere scavalcando a mani nude il muro del cortile di passaggio nel padiglione detentivo denominato blocco A e poi si sarebbe diretto al padiglione C. Qui la sua fuga è terminata: l’uomo infatti avrebbe cercato di arrampicarsi fino al terzo piano della struttura ma sarebbe rimasto incastrato tra le grate delle celle. È rimasto appeso e non sarebbe più riuscito a proseguire la sua fuga.

Immediatamente all’interno della struttura di detenzione è scattato l’allarme. Per arrivare a recuperare il fuggiasco è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco che hanno predisposto un mezzo autoscala. Il personale della polizia penitenziaria ha quindi potuto interloquire con il 31enne svizzero, ma ci sono volute diverse ore di trattativa affinché il fuggiasco desistesse dalle sue intenzioni e si consegnasse nuovamente alle forze dell’ordine. L’uomo quindi è stato ammanettato e ricondotto nella sua cella.

Torino tenta di evadere dal carcere: aveva seminato il panico sul Lago Maggiore  

Gabriel Girardet era stato arrestato il 9 Ottobre 2022 dopo aver minacciato con un fucile da guerra i passanti lungo la strada statale 33 fra Meina e Stresa. La sua fuga era durata circa due ore con un rocambolesco inseguimento nel quale aveva danneggiato di 15 veicoli.

Una volta bloccato dai Carabinieri di Verbania, l’uomo aveva anche puntato l’arma contro i militari. Nel suo bagagliaio erano stati ritrovati simboli e bandiere neonaziste, e le successive analisi mediche avevano palesato che l’uomo fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Era perciò stato condotto al carcere di Verbania in stato di fermo. Qui, pochi giorni aveva aggredito alcuni agenti di polizia penitenziaria e distrutto gli arredi della cella. Pertanto ne era stato disposto il trasferimento al carcere di Torino che possiede le strutture sanitarie necessarie all’assistenza. Nel processo, la difesa ha infatti sottolineato che l’uomo sarebbe affetto da problemi psichiatrici anche se, al momento, nessuna perizia medica pare abbia validato tale diagnosi.

Sebbene nei giorni successivi la sua condotta era apparsa in miglioramento, ad un colloquio in presenza del medico legale aveva raccontato la sua originale versione sui fatti. Il detenuto avrebbe infatti ammesso di essere un trafficante d’armi atteso a Cipro per chiudere un affare e per questo motivo si dirigeva con estrema urgenza in Svizzera.

I sindacati chiedono maggior sicurezza per i poliziotti penitenziari

L’episodio di ieri è solo l’ultimo di una lunga serie di minacce e aggressioni messe in atto dai carcerati nel penitenziario di Torino. Le organizzazioni sindacali che hanno reso noto l’accaduto denunciano ancora una volta le condizioni di precaria sicurezza in cui verte il personale di polizia penitenziaria.

“Il carcere di Torino è ormai in balia di una evidente e dilagante prepotenza da parte dei detenuti, giunti ad aggredire, con impressionante disinvoltura, gli agenti e che non vogliono persino essere trasferiti altrove trovando evidentemente in tale istituto assenza di un efficace regime disciplinare e di controllo da parte dell’amministrazione. Questo con serie ed ovvie ripercussioni sulla sicurezza di tutti come dimostra l’assenza di medici disposti a lavorare in istituto. Invochiamo con forza l’intervento del Ministro e del nuovo capo del Dap affinché assumano urgenti correttivi non più procrastinabili a tutela anche della sicurezza pubblica”.