Arresto Matteo Messina. La notizia più discussa degli ultimi giorni è quella riguardante l’arresto di Matteo Messina, mafioso italiano, considerato uno dei latitanti più pericolosi al mondo. E’ stato arrestato dopo 30 anni di latitanza ed era ricoverato in una clinica di Palermo, specializzata in cure oncologiche. I carabinieri del Ros avrebbero individuato e arrestato il boss, il figlio di don Ciccio e uomo fidatissimo di Totò Riina detto U curtu. Sembra che il latitante non avrebbe opposto resistenza nel corso dell’arresto, anzi si sarebbe presentato ai carabinieri che gli chiedevano le generalità.

Per l’occasione, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia ha aperto una conferenza stampa in cui avrebbe riferito alcuni dettagli sull’arresto dell‘ultimo stragista responsabile delle stragi 1992-1993.

Arresto Matteo Messina, il servizio a “Cartabianca”

Negli ultimi giorni, la maggior parte dei programmi televisivi ha dedicato almeno una parte della trasmissione all’argomento riguardo all’arresto di Matteo Messina, in particolare “Cartabianca” avrebbe mandato in onda un servizio in cui è stata diffusa l’intervista fatta ad uno uomo di Castelvetrano secondo cui non avrebbero dovuto arrestare il latitante. “E’ stato un errore, per trent’anni ha fatto mangiare tutti. Dopo trent’anni non è più buono”. Sono queste le parole che avrebbero fatto indignare Pif, presente nello studio di Rai Tre del programma condotto da Bianca Berlinguer.

Il commento di Pif

Ti farei vedere la foto della bambina morta a Firenze e ti direi vaff! Mi fa più schifo di Matteo Messina Denaro. Queste persone qua mi fanno più schifo del mafioso, perché nel 2023 non è possibile. Vaff!” Non ha potuto fare a meno di affermare Pif ospite a “Cartabianca“. Ha poi chiesto in diretta il nome e il cognome dell’uomo intervistato, spiegando di essere pronto a beccarsi una querela da parte del diretto interessato.

Poi aggiunge: “Che magari non è mafioso – continua – Questa è la cosa schifosa. Mi fanno più schifo dei mafiosi veri. Ma stai zitto, ma un minimo di dignità! Ma con quale coraggio guardi i tuoi figli? Ma che uomo sei? Nel 2023 non c’è giustificazione davanti a questo atteggiamento qua. La gente di Castelvetrano dovrebbe uscire, essere orgogliosa e non frequentare più né Matteo Messina Denaro né questa persona qua. Mi sono coronizzato davvero scusami“.

Matteo Messina, la storia di un latitante

Matte Messina è nato a Castelvetrano nel ‘62 ed è riuscito a nascondersi dal 1993 fino al giorno del suo arresto, il 16 gennaio 2023. Prima di qualche giorno fa era stato avvistato a Forte dei Marmi. Secondo alcune fonti investigative e storiche, è stato ritenuto responsabile di un certo numero di esecuzioni, oltre ad essere uno degli organizzatori del sequestro del piccolo Di Matteo. Il padre Don Ciccio era il capo mafioso della zona in cui vivevano. E’ proprio dal genitore che Messina avrebbe imparato il mestiere e tutti i segreti sulla latitanza. Il padre fu trovato morto a causa di infarto dopo tanti anni di latitanza.

Ha cambiato residenza diverse volte, ed è stato molto fedele a Totò Riina, per poi mettersi agli ordini di Provenzano, padrino con cui scambiava pizzini pieni di rispetto e di affetto, dopo che il boss è stato arrestato. Il giorno del suo arresto è stato trovato in una clinica a Palermo dove era ricoverato per accertamenti a causa di un tumore. Aveva cambiato nome, così da non essere rintracciabile ma grazie al lavoro specializzato dei Ros, dopo trent’anni di latitanza il caso è stato chiuso. Sull’arresto, anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato: “Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”. Il tema sta molto a cuore al Governo italiano, impegnato costantemente nella lotta contro la criminalità.