Juventus, le parole di Andrea Agnelli nell’ultimo discorso da presidente – Con l’assemblea per la nomina del nuovo Consiglio d’Amministrazione di oggi, 18 gennaio 2023, si è conclusa ufficialmente l’era Andrea Agnelli. Durante l’assemblea, l’ormai ex presidente bianconero ha tenuto un lungo discorso d’addio e di ringraziamento, cedendo solo per qualche minuto la parola a Pavel Nedved.
Juventus, le parole di Andrea Agnelli
In apertura di discorso, Andrea Agnelli ha voluto ricordare Castano e Vialli – morti poche settimane fa – con un minuto di silenzio. “Nel corridoio dei ragazzi ci sono le foto dei capitani della Juventus. Negli ultimi giorni abbiamo perso due capitani Castano e Vialli”. In seguito Agnelli ha lasciato la parola a Pavel Nedved, che ha dichiarato: “Saluto e ringrazio tutti. È stato un percorso durato 20 anni: ero giovane calciatore e sono diventato dirigente di mezza età. Nel 2001 mi sono adattato alla nuova realtà grazie alla fiducia del dottor Umberto e donna Allegra. Grazie a loro ho capito l’importanza di questo club ed è stato un onore poterlo rappresentare. In campo o dietro una scrivania. Quando nel 2010 mi hanno chiesto di entrare nel cda, ogni giorno ho potuto imparare qualcosa e dare il mio contributo. Da vice presidente è stato un lavoro quotidiano fatto di incontri e discussioni, ma soprattutto passione. Senza la passione non ce l’avrei mai fatta. Alla fine grazie a lei presidente, grazie a te per l’amicizia anche fuori dal lavoro, penso alle partite del giovedì dove si è rafforzata la nostra unione. So quanto ami la Juventus e quanti sacrifici hai fatto è stato un onore stare al tuo fianco”.
In seguito ha preso la parola Andrea Agnelli: “Non posso e non voglio nascondere l’emozione che ho. Si chiude un capitolo della storia della Juventus. In questo momento facciamo fatica a leggerlo. Per dare un senso alla mia attività, il mio lavoro è sempre stato quello di indicare il contesto e le strategie. Quando parliamo di calcio in realtà parliamo di industria di intrattenimento cioè da 750 miliardi, gaming, sport, teatri. Il calcio è un’industria da 43 miliardi. Quali sono le soluzioni più idonee per la nostra industria? Siamo una media company, i contenuti sono strategici. Abbiamo carenze di governance – ha dichiarato Andrea Agnelli – Queste sono le operazioni degli ultimi anni: Chelsea ceduto per 3 miliardi, il Milan per 1 miliardo, il 47% dell’Atalanta ceduto. Fa riflettere chi sono gli acquirenti di queste società. Fondi sovrani, consorzi, fondi privati. In serie A abbiamo ricevuto offerte per la cessione di una percentuale della Lega. Siamo partiti dal City che ha 11 club e vediamo Red Bull o Red Birds o 777. E’ un nuovo fenomeno con multi club ownship. L’interesse per il calcio è più vivo che mai. Io non penso che queste persone siano delle ONG. Ci deve essere interesse forte di investitori. Ma non c’è risposta dei nostri regolatori che non colgono differenze tra gioco e industria”.
“Farò un passo indietro in Exor e Stellantis”
Allegri ha poi proseguito: “I club hanno il rischio imprenditoriale. C’è disaffezione nei tifosi, anche in serie C come ha scritto Ghirelli. La mia proposta era la creazione di un sistema di leghe con promozioni e retrocessioni nelle competizioni europee, con una simbiosi con i tornei nazionali. Dal 1929 a oggi hanno giocato in serie A solo 68 squadre e alcune per pochissimo. Un sistema aperto a tutti basato su meriti sportivi: sono proposte fatte nel 2019. Questa analisi rimane valida ancora oggi”.
Agnelli ha poi concluso: “Se io avessi voluto mantenere una posizione privilegiata da presidente Eca non avrei preso le decisioni che ho preso. Il calcio europeo ha bisogno di riforme strutturali, altrimenti avremo un declino a favore della Premier League che dominerà. I regolatori attuali non hanno intenzione di sentire i problemi dell’industria calcio. Sono in una posizione di monopolio. Auspicio è che la Corte europea riconosca l’abuso di posizione dominante della Uefa. La prima squadra, la Juventus Women e soprattutto la Next Gen con la Coppa Italia, stanno dando il loro frutto con inserimento talenti in prima squadra. Si può ambire ad avere il 50% della prima squadra che arriva dal settore giovanile in 5 anni, mantenendo competitività. “La mia volontà è voltare pagina e poter riaggredire con passione dopo qualche giorno di vacanza la mia pagina bianca. Questa è una mia decisione personale, farò un passo indietro nelle assemblee in cui partecipo come consigliere. In accordo con mio cugino John. Un passo indietro nelle società quotate Exor e Stellantis”, ha chiuso l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli.