La triplendemia è sempre più diffusa e colpisce soprattutto i bambini.

Per i medici, la situazione è preoccupante, i pronto soccorso e gli ambulatori dei medici pediatri sono pieni.

Vediamo allora cos’è la triplendemia e come proteggere i più piccoli.

Triplendemia, come proteggere i bambini dal contagio?

Quando si parla di Triplendemia si fa riferimento alla circolazione contemporanea di tre virus, ossia Covid, influenza e virus respiratorio sinciziale.

Ad essere presi di mira sono soprattutto i bambini e i numeri degli accessi giornalieri agli ospedali registrano numeri da record.

Le probabilità che i più piccoli vengano colpiti dai tre virus sono molto alte, come ha sottolineato anche Giovanni Maga, direttore del Cnr di Pavia.

La causa principale della facilità del contagio è dovuta soprattutto alla bassa percentuale di bambini vaccinati, con numeri più alti per quanto riguarda i bambini che non sono ancora stati vaccinati contro il Covid-19 e con pochissimi vaccinati contro l’influenza.

I vaccini, dunque, si rivelano un’ottima arma di difesa contro il contagio dai tre virus.

Secondo il parere di pediatri, nella maggior parte dei casi, le malattie respiratorie come bronchioliti affezioni bronchiali, non creano particolari problemi alla salute nei bambini in età scolare e negli adolescenti ma rimane concreto il rischio che possano evolversi in maniera pericolosa fino a dover ricorrere al ricovero ospedaliero o, nei casi peggiori, alla terapia intensiva.

Chi sono i soggetti più a rischio?

Molti genitori sottovalutano l’importanza della vaccinazione per i più piccoli.

Tuttavia, occorre ricordare che coloro che rischiano di contrarre la cosiddetta triplendemia non sono solo i bambini più fragili o immunodepressi.

Il rischio di ammalarsi comprende tutti i bambini e, il contagio viene agevolato soprattutto dalla permanenza a stretto contatto con altri bambini in asili, scuole o altre comunità dove i piccoli trascorrono gran parte della giornata, cosa che facilita notevolmente il passaggio di microrganismi dall’uno all’altro.

Occorre inoltre, considerare anche il rischio che i più piccoli possano contagiare i più anziani e questo potrebbe portare a gravi conseguenze.

Per tutti questi motivi, come riportato da “Repubblica”, la Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica, attraverso la presidente Stefania Zampogna, ha rivolto un appello ai genitori dei piccoli pazienti, “affinché non abbandonino nei loro confronti le misure di prevenzione che hanno imparato con la pandemia Covid, ovvero: il distanziamento sociale, la necessità di evitare i luoghi chiusi e affollati, l’igienizzazione delle mani, misure che evitano la diffusione del virus respiratorio sinciziale, causa delle bronchioliti nei primi mesi di vita.

Il sistema ospedaliero è in difficoltà

Come ha affermato Stefania Zampogna, presidente nazionale della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica, Simeup, i reparti di Pediatria sono sotto pressione in tutta Italia.

Da Nord a Sud, in tutte le regioni della nostra penisola, il sistema ospedaliero è in difficoltà a causa di un numero sempre crescente di ricoveri nei reparti di Pediatria.

A preoccupare di più sono soprattutto le terapie intensive pediatriche, che, secondo quanto dichiarato dalla Società italiana di Pediatria, Sip, sono sottodimensionate.

Inoltre, a causa della contemporanea circolazione di tre virus di influenza, adenovirus e Covid, la situazione si fa ancora più critica e in proposito Sip afferma che “è sempre più difficile, con accessi record in pronto soccorso, congestione in alcuni ospedali e massima occupazione dei posti letto”.

Gli Ospedali sono dunque, in emergenza e cresce la preoccupazione di non riuscire a contenere i numeri. In proposito, Giovanni Corsello, direttore del Dipartimento Materno infantile dell’Ospedale dei Bambini di Palermo, ha aggiunto:

“Registriamo un incremento degli accessi in pronto soccorso per infezioni respiratorie del 300% superiore rispetto ai due anni precedenti, con l’80% dei posti letto occupati da bambini con bronchiolite da Vrs”.